L’ultimo avvistamento risale a oltre una decina di giorni fa nel mare delle Eolie, tra Stromboli e Panarea e ha fatto il giro del web e dei giornali. Siamo parlando della foca monaca, un mammifero dei nostri mari che è a rischio estinzione. Gli esperti sostengono che nel Mediterraneo non ci siano ormai più di 500 esemplari.
Erano venti anni che nelle eolie non si avvistava un mammifero simile e questo ha fatto ben sperare in un ritorno della specie anche alle nostre latitudini. Ma i biologi ci vanno cauti e dicono che un avvistamento, seppure fa ben sperare, è lontano dal dire che la specie è salva.
Per questo, anzi, bisogna intensificare gli sforzi e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica verso questo animale bellissimo che è anche fonte di attrattiva.
Per Monica Blasi, biologa marina e direttore del “Filicudi WildLife conservation”, un centro molto attivo che si occupa alle Eolie del monitoraggio e salvataggio di delfini e tartarughe in difficoltà, una “rondine non fa primavera”.
“Un avvistamento di foca monaca nei nostri mari non vuol dire nulla, anche se fa molto piacere che ci sia stato. In genere le colonie di questi splendidi esemplari che ancora resistono nel Mediterraneo sono concentrate tra la Grecia e la Turchia. Avvistamenti e segnalazioni lungo le nostre coste sono frequenti, ma questi dati servono soltanto per fare una mappatura, non per certificare che ci sia un ripopolamento. Quindi è importante il fatto che nelle nostre isole ci siano segnalazioni del passaggio di questi mammiferi, ma non possiamo dire niente di più.”
Anche per la Biologa marina, Nerina Ferrito, insegnante all’istituto magistrale di Catania di Biologia evolutiva degli organismi marini, materia che si occupa anche dei mammiferi marini, l’avvistamento di una foca monaca è un episodio molto importante.
Ma anche lei invita a restare cauti: “Segnalazioni ne avvengono tante nel corso degli anni soprattutto nelle isole Egadi, a Lampedusa e nel mar Ionio, ma non possiamo dire se queste segnalazioni significhino che la specie abbia nuovamente deciso di spostarsi nuovamente in Italia dove le colonie sono praticamente inesistenti e questo anche a causa dell’inquinamento e al fatto che questa specie predilige vivere lungo aree isolate di costa che da noi, al contrario sono fortemente sfruttate.
La specie resta quindi nella lista rossa della “Internetional iunion for conservation of nature” perché fortemente a rischio estinzione.
Giuseppe Bonaccorsi