Il problema non è Giordano Bruno Guerri. Certo, i riflettori sono puntati tutti su di lui. Sulla sua nomina a Sovrintendente della Fondazione “EriceArte”. Sulla sua tradizione culturale. “E’ di destra”, si sono scandalizzati a sinistra. “E’ di destra, meglio così”, è stato il comitato d’accoglienza dei partiti, appunto, di destra. Tra i due fuochi la sindaca Daniela Toscano. “Un’altra occasione buona per dimettersi”, hanno detto e continuano a dire i suoi avversari. Un fronte ampio e trasversale. “E’ stata avviata la procedura della manifestazione d’interesse, con un avviso pubblico che conteneva i requisiti per potervi partecipare. Requisiti stringenti, legati alla professionalità ed all’esperienza dei candidati. La selezione successiva, da parte del consiglio d’amministrazione della Fondazione, è stata conseguente ed in linea con il principio fondamentale e con le regole. Un percorso lineare che ha preso atto dei curricula e che ha scelto con parametri tecnico-culturali”, la difesa del vicesindaco Gianni Mauro. In mezzo, la politica dell’accortezza.
Bruno Guerri non è certo l’ultimo arrivato. Ha una dimensione nazionale ed internazionale che non può essere intaccata da qualche polemica per alcune affermazioni sul fascismo, oggetto, tra l’altro, sì di scontro, ma anche di dibattito storico in un campo più articolato, attento al riesame più complessivo del Ventennio e di tutto ciò che ha rappresentato. Posizione mediana che si è attestata su: “Vediamolo all’opera, non si può ancora esprimere un giudizio”. Terza via che porta dritto al cuore del problema: la Fondazione. La recente modifica del suo statuto e la nomina del nuovo Sovrintendente rimandano ad un’azione di restyling dell’ente, che è al 100% del Comune di Erice. La via che porta a Bruno Guerri è di non ritorno. La Fondazione finora ha fatto quel che ha potuto, ma non è stato tanto, lo dicono i numeri dei suoi bilanci, i finanziamenti ottenuti e le iniziative messe in atto. Così com’è, forse è meglio dire, così com’era, avrebbe avuto il fiato sempre più corto. La gestione della rete museale nel centro storico è un’entrata legata a tanti fattori. Gli eventi culturali, altro elemento di forza, dipendono dalle capacità finanziarie – in qualche stagione quasi velleitarie – ma soprattutto da una strategia, da un progetto che la Fondazione è chiamata a ricostruire. Ne va della sua stessa ragione sociale e di conseguenza del suo ruolo nelle dinamiche amministrative del Comune.
Trentamila euro di contributo annuale, arrivati a centomila per manifestazioni, in particolare natalizie, sono sicuramente poco, ma rischiano di essere pari a nulla dal punto di vista turistico-culturale se non affiancate da un progetto. Ed è questa la sfida del nuovo corso della Fondazione. Sfida che è stata affidata a Bruno Guerri. Dovrà confrontarsi con il consiglio d’amministrazione dell’ente e mettere quel valore aggiunto che va oltre le risorse finanziarie e che l’amministrazione ericina s’attende dalla sua attività di Sovrintendente. Il vicesindaco Mauro l’ha voluto rimarcare: “Nella sua responsabilità di Sovrintendente e nella sua autonomia di giudizio, il professor Guerri dovrà seguire e concretizzare le linee guida del progetto culturale della Fondazione, che sono parte integrante del programma di governo dell’amministrazione Toscano”. Il problema non è dunque Guerri ma la Fondazione. E per saperne di più sarà necessario attendere un po’ di tempo. “Le critiche – ha concluso Mauro – hanno l’obbligo morale ed etico di aspettare il giusto tempo”.