Ambiente

Fondi contro il rischio idrogeologico: cantieri aperti, ma restano le criticità

PALERMO – Passi in avanti in Sicilia per i cantieri della messa in sicurezza contro il rischio idrogeologico anche se, a fronte di una richiesta di 2 miliardi da parte dei Comuni siciliani, soltanto 700 milioni sono attualmente a disposizione. A definire l’aggiornamento della situazione è stato l’ex assessore regionale all’Ambiente Maurizio Croce, soggetto attuatore del Commissario di governo contro il dissesto idrogeologico in Sicilia, in occasione dell’appuntamento palermitano dei giorni scorsi con i vertici nazionali dell’associazione nazionale costruttori edili (Ance).
La disponibilità attuale, che ammonta a un terzo del totale della richiesta, deriva dall’Accordo di programma e dal Patto per la Sicilia, e risponde alla volontà di chiudere la quasi totalità delle opere di cui si dispone il finanziamento entro il 2021. Il resto del fabbisogno (1,3 miliardi di euro), si legge in una nota dell’Ance Sicilia che riporta le parole di Croce, potrà essere coperto da “economie di questo programma e dalle future programmazioni e alla fine tutto il territorio siciliano potrà essere messo in sicurezza”.

Ad oggi, secondo i dati esposti dal Soggetto attuatore, “dei 119 interventi dell’Accordo di programma, finanziati dal ministero dell’Ambiente con 175 milioni, 108 sono o ultimati o in fase di gara o di realizzazione per 162 milioni di euro; dei 23 interventi finanziati dalla Regione con 39 milioni, 16 sono ultimati o in fase di gara o di realizzazione”.

All’appello mancano ancora 18 opere. Per quanto riguarda il “Patto per la Sicilia”, che vale 237 interventi per 591 milioni di euro, “su 44 progetti già pronti per 121 mln, 22 sono stati appaltati nel 2018 e oggi sono cantieri aperti, altri 22 sono stati appaltati agli inizi di quest’anno e firmeremo i contratti con le imprese entro il prossimo mese e mezzo, così si apriranno altri cantieri”. Nel corso del mese di maggio, inoltre, sono state poste in gara altre 15 opere.

Per l’Ance le criticità riguardano i tempi delle procedure, in particolare l’associazione dei costruttori cita un esempio: la gara per l’intervento sul torrente Mela è stata bandita cinque mesi fa, ma la commissione si è insediata solo nei giorni scorsi. Il soggetto attuatore ha spiegato che il problema consiste nel fatto che alla “gestione commissariale non sono stati assegnati poteri in deroga alla normativa vigente” e quindi “quindi ogni atto deve seguire i tempi della procedura ordinaria”.
A spingere ulteriormente sulla spesa dei fondi, nonostante la buona tendenza, è stato Santo Cutrone, presidente Ance Sicilia, che ha sottolineato il nodo delle “lentezze burocratiche che rendono difficile ogni intervento”. Si è discusso anche di Bim, il building information modeling (modello di informazioni di un edificio), un modello informativo per le costruzioni che contiene tutte le informazioni che riguardano l’intero ciclo di vita, dal progetto alla ricostruzione, fino alla demolizione e dismissione. Per Croce si tratta di una nuova tecnologia digitale che “semplifica la gestione e le procedure di realizzazione delle opere e garantisce maggiore trasparenza” e che la Regione pensa di sperimentare in “occasione del contratto per la Costa Tirreno 1, un intervento complesso”.