PALERMO – È il momento di occuparsi del fondo di garanzia. Di reperire i fondi necessari a saldare i debiti pregressi, per meglio dire. L’Ufficio regionale speciale per la chiusura e liquidazione degli interventi a valere sul piano dell’offerta formativa, anni 1987-2011 e sull’obbligo di istruzione e formazione anni 2008-2013 ha comunicato che, “per garantire i livelli occupazionali nei settori dell’istruzione e della formazione professionale e per favorire l’implementazione di strategie volte al potenziamento della didattica digitale ed al più ampio esercizio del diritto allo studio in riferimento a tutti i segmenti di istruzione e formazione, è autorizzato l’utilizzo delle risorse finanziarie fino alla concorrenza di 120 milioni di euro”.
In particolare, scrive ancora il dirigente dell’Ufficio Michele Lacagnina, “per la liquidazione delle spettanze ai lavoratori relative agli anni precedenti del fondo di garanzia, è autorizzata la spesa di 15 milioni di euro”. Per spostare le somme, è previsto che “per attivare le disponibilità finanziarie per gli interventi previsti, la Regione provvederà alla riprogrammazione dei fondi extraregionali liberi da obbligazioni – dice ancora Lacagnina – e alla stipula di strumenti finanziari utili a ottenere la liquidità per l’anticipazione delle misure previste”.
In tal modo, dovrebbe essere finalmente possibile chiudere i debiti con tutti i soggetti percettori del fondo negli anni 2012, 2014 e 2015, in attesa ormai da troppi anni di somme che avrebbero dovuto permettere di superare con maggiore serenità periodi di difficoltà lavorativa. Il fondo di garanzia, infatti, è nato dall’idea di integrare con un ulteriore aiuto economico tutti quei lavoratori che per motivi diversi si sono trovati a dover usufruire di ammortizzatori sociali.
Proprio per velocizzare le procedure, è stato istituto l’ufficio speciale apposito, anche se non sembra che si sia riusciti sul serio nell’intento. Un esempio, l’ultimo intoppo frutto di un mix di errori. Il primo da parte dello stesso ufficio speciale che nel novembre scorso chiedeva ai lavoratori che non comparivano nell’elenco dei precettori di aggiornare i propri dati per essere inseriti. In questi giorni però sono arrivate le liquidazioni e molti di coloro i quali erano ricompresi in quegli elenchi non hanno ricevuto nulla. Il secondo corto circuito si è verificato di conseguenza, con gli stessi lavoratori che hanno subissato l’ufficio speciale di mail in cui si riproponeva l’istanza. Inevitabile quindi un ulteriore crash, con tanti errori e duplicati di istanze che stanno creando l’effetto di rallentare l’iter dei pagamenti. E così, un pò come tutte le cose che riguardano la burocrazia siciliana, ciò che doveva servire per velocizzare cominciò a impantanarsi e ad affossarsi. In mezzo agli errori della burocrazia, i 15 milioni potranno servire a pagare gli arretrati.
“Viene così autorizzata – commentano i deputati regionali del Movimento 5 Stelle e componenti della commissione Lavoro all’Ars, Nuccio Di Paola, Giovanni Di Caro, Roberta Schillaci e Ketty Damante – un’ulteriore spesa di 15 milioni di euro per le somme da liquidare ai formatori.
Per salvaguardare i livelli occupazionali dei formatori, è stata inoltre approvata in loro favore l’attivazione di percorsi formativi di aggiornamento e riqualificazione professionale che prevedono il riconoscimento di un’indennità di frequenza, con una spesa di 10 milioni di euro”.