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Forestali, Sifus Confali: “Serve riforma seria contro il precariato”

Circa 22mila istanze presentate, di cui 240 nel Calatino. “È una situazione che va avanti da 35 anni. Siamo i precari più storici d’Europa”, dichiara il segretario regionale del Sifus Confali, Franco Cupane. Adesso, con la pubblicazione di una circolare in Gazzetta Ufficiale del 16 settembre, le acque sembrano agitarsi. Stiamo parlando “dell’abuso dei contratti a termine” per i lavoratori forestali. Una vicenda che va avanti dal 2014 ma che adesso sembra essere arrivata a un punto di svolta. Secondo quanto spiega Cupane, “quest’anno la Cassazione ha dato ragione ai lavoratori dicendo che il contratto che hanno i forestali in realtà non è un contratto idoneo o quantomeno si ha un abuso sulla tipologia di contratto perché è un contratto a tempo determinato che non ha avuto un miglioramento sequenziale con gli anni di servizio”.

Dal momento che il rapporto lavorativo operai forestali e Regione è considerato un rapporto pubblico e cioè alle dipendenze della pubblica amministrazione ma con un contratto privato, la Cassazione ha deciso che questa tipologia di rapporto non può sussistere e per questo ha aperto alla possibilità per i lavoratori di recepire un risarcimento per il danno subito. “Questa cosa – aggiunge Cupane – la sancisce sia lo Stato italiano e sia la Corte europea, specialmente sul comparto agricolo, ma anche sul personale Ata, sui Vigili del fuoco cioè sulla Pubblica Amministrazione che ha continuato a fare questi contratti a tempo determinato ma senza andare ad affrontare un miglioramento lavorativo nei confronti dei lavoratori”.

In merito, la petizione popolare rivolta alla Commissione Europea promossa dallo studio legale Fasano è stata determinante per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Legge n.131 del 16 settembre 2024. L’art. 12 del D.L, infatti, inserisce, tra gli altri, anche gli operai forestali nel pacchetto salva infrazioni. Ciò significa che nel momento in cui un operaio forestale solleverà la questione in giudizio contro l’uso prolungato dei contratti a termine, potrà ottenere un risarcimento danni fino a 24 mensilità. “Ad esempio – continua il segretario regionale dei forestali, Franco Cupane – il tribunale di Caltanissetta ha dato ragione a dei lavoratori forestali addirittura quantificando il risarcimento. Visto che in Italia ci sono tutti questi contratti anomali è uscita questa circolare in cui si dà una maggiorazione di indennizzi ai lavoratori. Così invece di risarcire da due a dodici mensilità, l’indennizzo è stato aumentato da un minimo di quattro fino a un massimo di 24 mensilità. Bisogna ricordare però che questa rimane comunque una decisione che dovrà prendere un giudice e che non è una procedura di rimborso che avviene in automatico, perché spetta all’operaio richiedere il danno subito”.

Una cosa che il Sindacato fondato sull’unità e la stabilizzazione (Sifus) ha iniziato ad affrontare da quasi un anno, con delle vertenze singole. “Adesso con questa notizia di aumento di risarcimento si è avuta un’accelerazione che ci porterà a presentare moltissime istanze nei vari tribunali”. Basti pensare che lo stipendio medio di un lavoratore forestale si aggira sui 1.400 € netti e dunque, se “come hanno giudicato i giudici su Caltanissetta, che hanno dato otto mensilità e ancora non c’era la norma che li raddoppiava, parliamo di circa 10mila euro per ogni lavoratore che presenta istanza. Arriviamo a cifre importantissime”

Cupane sottolinea anche che “noi stiamo chiedendo un risarcimento sul danno significa che io ho percepito con questo contratto un danno perché sono stato legato a questa amministrazione e per un tot di anni non ho avuto un miglioramento lavorativo. Perciò siccome questo contratto è abusivo noi stiamo richiedendo, come dice la legge, che venga risarcito un danno che verrà definito da parte di un giudice. Abbiamo fatto riunioni in tutta la Sicilia: da Linguaglossa, passando per Vizzini, Militello, fino ad arrivare a Caltagirone con gli avvocati che fanno parte e collaborano con il Sifus ma anche con altri legali che si stanno muovendo in forma autonoma”. Ma l’obiettivo ultimo, come ribadisce al QdS il segretario regionale, è quello di spronare la Regione e più in generale il Governo italiano ad adeguare i contratti lavorativi.

“In realtà dei fatti noi ce la stiamo giocando non tanto per fare avere ai lavoratori un risarcimento sul danno subito ma per spronare la Regione siciliana a dire ‘questa cosa si deve sistemare’. Serve una riforma seria contro il precariato perché, dico la verità, il risarcimento va bene fino a un certo punto: bisogna dare dignità al lavoratore e poterlo portare a una fascia lavorativa superiore. Puntiamo al risarcimento lavorativo non economico”, conclude Cupane.