PALERMO – L’avviso 2 è ufficialmente in crisi nera. Avviato ormai 11 mesi fa, i fondi tardano ad arrivare, e molti enti si ritrovano ad aver concluso le attività senza aver ricevuto il secondo acconto.
Di nuovo, dopo tre anni di stop delle attività formative in Sicilia, si ripropongono gli stessi problemi: stipendi non pagati, spese di gestione in sospeso, sedi da sostenere senza sapere quanto ancora effettivamente sarà possibile andare avanti. Anche perché nulla ancora è dato sapere su quello che succederà a conclusione dell’avviso in corso.
Alla ricerca di risposte e certezze, diverse sigle sindacali insieme hanno deciso di scrivere all’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale, Roberto Lagalla, e al dirigente generale del dipartimento al ramo. I sindacati Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola e Ugl hanno scelto di scrivere congiuntamente: “Duole constatare – si legge – come tutti gli apprezzabili sforzi non abbiano sortito l’effetto sperato. La quasi totalità degli enti ha concluso i corsi e nessuno tra questi ha ricevuto il secondo acconto del finanziamento previsto”.
Un anno di lavoro e troppi pochi soldi: “Continuiamo ad anticipare spese e a fronteggiare debiti, – si legge ancora nella missiva – in attesa che le mirabolanti piattaforme informatiche della Regione Siciliana siano in condizione di stare al passo con la realtà e consentano lo sblocco dei pagamenti”.
Nella vita reale, migliaia di lavoratori che hanno operato portando a conclusione le attività affidate dalla Regione, che di contro ad oggi ha pagato solo il 50% di quanto dovuto e, in alcuni casi, nemmeno quello. “Purtroppo – prosegue la lettera – la questione assume tratti ancor più drammatici se si volge lo sguardo al futuro. Infatti, i corsi dell’Avviso 8 sono ancora fermi al palo in attesa di giudizio e numerosi allievi attendono quanto meno la possibilità di iscriversi ai corsi in scorrimento dell’Avviso 2”. Questi ultimi potrebbero beneficiare di una dotazione finanziaria residuale di circa 10 milioni, ma da mesi sono ancora fermi per una serie di intoppi burocratici.
“Il maggiore rammarico che rappresentiamo – scrivono i sindacati – da cittadini prima ancora che da rappresentanti di associazioni datoriali, è che ci sono i fondi per pagare e ci sarebbero anche i corsi, seppure pochi rispetto al fabbisogno, per ripartire a settembre in attesa degli esiti sull’Avviso 8. Perché questo settore per un motivo o per altro è sempre destinato alla sofferenza? Perché ai giovani siciliani non è garantito il diritto costituzionale di accedere annualmente e gratuitamente ai corsi di formazione professionale?”.
Una realtà che contrasta con gli editti di buone intenzioni da sviluppare attraverso l’insediamento del tavolo tecnico interassessoriale, di pochi giorni fa, con le parti sociali, allo scopo di “individuare i percorsi realmente attivabili per la risoluzione della crisi occupazionale, interessante il bacino dei lavoratori della formazione professionale e degli operatori degli sportelli multifunzionali”.
Il tavolo tecnico, per delibera assessoriale, sarà composto dagli assessori al Lavoro, alla Formazione, al Bilancio e alla Funzione pubblica con i rispettivi direttori generali e un componente della presidenza della Regione, e si occuperà di tradurre indirizzi e scelte relative al futuro dei lavoratori e, come scritto nella stessa delibera, di trovare tutte le possibili soluzioni atte a risolvere la vertenza che investe tutto il compatto della formazione professionale.