PALERMO – Dopo anni di attesa è stato finalmente sottoscritto a Roma tra le Confederazioni Ugl e Federterziario il contratto collettivo regionale di lavoro per la Regione Sicilia per il settore della Formazione professionale. Un momento fondamentale per tutto il comparto, che aveva vissuto, in questi anni, un momento di stasi nella gestione di tutto ciò che sono scatti di anzianità, Peoi (indennità legate all’anzianità, ndc) e spettanze varie dei dipendenti.
“Il contratto regionale, a conclusione di un complesso lavoro di confronto e condivisione sul territorio, sarà applicato nella Regione siciliana, in questa prima fase fino al 31 agosto 2020, dando così il via libera alla contrattazione territoriale ed aziendale”. Lo ha dichiarato il segretario confederale dell’Ugl, Giovanni Condorelli, il quale insieme al segretario dell’Ugl Sicilia, Giuseppe Messina, al segretario Ugl Scuola Sicilia, Giusi Fiumanò, e a una delegazione di Federterziario Nazionale, Scuola e Sicilia, guidata dal direttore Alessandro Franco, hanno firmato il contratto regionale del settore della Formazione professionale.
Uno strumento fondamentale che deve adattarsi al mondo del lavoro che cambia, e che in questi anni di blocco delle attività ha registrato l’insorgere di necessità ed esigenze nuove, per gli enti e per i dipendenti, che hanno visto la sicurezza di un lavoro a tempo indeterminato sgretolarsi nella realtà di avvisi e bandi che non hanno visto la luce, e quando ciò è successo, con estremo ritardo. Il risultato, quasi tre anni di fermo, licenziamenti ed enti storici che sono scomparsi, e chi ha tentato di mantenere la nave a galla ha affrontato la sospensione dall’attività lavorativa, senza alcun ammortizzatore sociale in aiuto per i tanti mesi di inattività.
“Tra le novità da segnalare, – spiega Condorelli – il ruolo strategico e determinante svolto dall’ente bilaterale con l’obiettivo di migliorare sia il sistema della formazione professionale siciliana sia le condizioni di lavoro degli addetti. Tra le finalità, l’erogazione di un’indennità proporzionata alla retribuzione nei casi di sospensione delle attività formative.
Altra innovazione, un sistema premiante con indennità aggiuntive, in favore dei lavoratori impegnati nelle istituzioni formative caratterizzate da particolari complessità organizzative. Adeguata anche la tabella economica ferma ormai ad oltre 7 anni”.
L’ultimo contratto collettivo nazionale risale infatti al periodo 2011-2013, e nel frattempo parecchia acqua è passata sotto i ponti della formazione professionale, che ha visto succedersi parecchi assessori regionali, che ad ogni cambio hanno tentato di impostare un nuovo percorso. I risultati però sono stati deludenti, hanno portato al fermo totale del settore, a danno prima di tutto dell’utenza, e quindi dei tanti giovani siciliani che sono rimasti senza la possibilità di fruire di un servizio pubblico dovuto e sono in molti casi ricorsi alla formazione privata, pagando fior di quattrini, ma anche dei lavoratori.
Dalla fine dello scorso anno le attività sono ricominciate, e si spera non si debbano fermare nuovamente con lo scadere dell’Avviso 2. In ogni caso, lo strumento del contratto è fondamentale perché le attività appena riprese possano proseguire salvaguardando gli interessi e i diritti dei lavoratori coinvolti.
“Gli strumenti introdotti – conclude Condorelli – valorizzano gli operatori della Formazione professionale e accorciano le distanze tra le esigenze degli enti formativi e le istituzioni pubbliche”.