Quanto deciso nella legge di stabilità del gennaio scorso per la formazione professionale è stato definitivamente abrogato. E’ arrivata infatti la pubblicazione in gazzetta ufficiale. L’assemblea regionale, su proposta dell’assessore al ramo, Turano, ha abolito la norma che imponeva agli enti di formazione professionale di stabilizzare il personale in forza con contratti atipici. Ogni ente era chiamato a stabilizzare le quattro figure qualificate, previste dalla norma abrogata, ovvero il direttore di sede, il bidello, il tutor e l’amministrativo. “Abbiamo rimediato, grazie alla sensibilità dimostrata dall’Ars, allo sbaglio consumato nella notte dell’8 gennaio in occasione dell’approvazione della manovra finanziaria – ha detto l’assessore regionale all’Istruzione e formazione professionale, Mimmo Turano -. Con l’abrogazione del comma 2 dell’articolo 70 della legge 3 del 31 gennaio scorso si rimuove un macigno che gravava sugli enti, non più costretti, adesso, ad adempimenti inutili e impossibili”.
Grande soddisfazione anche da parte di Mario Giambona, vicecapogruppo del Partito democratico all’Assemblea regionale siciliana: “Con l’abrogazione del comma 1 lettera b dell’articolo 70 del collegato alla finanziaria regionale è stato messo in sicurezza il settore che rischiava concretamente il collasso”, ha detto il primo firmatario del disegno di legge numero 690 da cui ha tratto spunto il testo concordato in aula che ha permesso di riportare alla situazione originaria, a quello che era prima della modifica introdotta nottetempo nel collegato alla legge finanziaria regionale. Di diverso avviso Giuseppe Messina, coordinatore regionale formazione professionale dell’Ugl Scuola: “Con l’eliminazione della norma che imponeva agli enti di stabilizzare il personale in forza con contratti atipici, che la stessa maggioranza aveva approvato solo due mesi fa, si impedisce l’assunzione a tempo indeterminato di almeno 450 operatori qualificati della formazione professionale. Senza parlare poi, della riqualificazione dei perdenti lavoro tra gli operatori dell’Albo, ferma da oltre cinque anni”.
La legge finanziaria introduceva il vincolo all’assunzione, per singola sede accreditata, di una serie di figure professionali che avrebbero appesantito e non poco gli enti in termini di spesa, spingendo ad un sovrannumero di dipendenti. La norma aveva trovato subito molti degli enti e delle associazioni datoriali contrari, e poche settimane fa si era tenuto un incontro, voluto da Turano, tra lo stesso assessore, alla presenza alla presenza delle sigle datoriali Cenfop, Forma.Re, Federterziario, Anfop, Asef, insieme con le organizzazioni sindacali Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Confsal e Ugl Scuola Fp. La nuova legge è stata, quindi, un modo per rimediare allo “sbaglio” (per definizione dello stesso Turano) consumato nella notte dell’8 gennaio in occasione dell’approvazione della manovra finanziaria.
Proprio in quella occasione l’assessore ammise come non fosse a conoscenza di quanto approvato in finanziaria, quando, oltre all’obbligo di assunzione, fu tolto il tetto massimo di finanziamento che, su ciascun bando che stanzia fondi pubblici, può essere assegnato a ogni ente. Una norma che era stata introdotta pochi anni fa, per evitare che i fondi disponibili, ormai molto più ridotti rispetto ai ricchi anni della fine del secolo scorso, finissero tutti agli enti più grandi. Quindi, in ogni bando, è stata indicata la percentuale massima assegnabile a ciascun vincitore in base al budget.