Agenti della divisione Anticrimine hanno notificato un provvedimento di Sorveglianza speciale per due anni, con obbligo di residenza e divieto di partecipare a pubbliche riunioni, emesso dal Tribunale di Roma nei confronti del leader di Forza Nuova Giuliano Castellino.
La misura è stata presa su proposta del questore di Roma Carmine Esposito, avanzata subito dopo le manifestazioni dei “negazionisti” contro le restrizioni anti-covid dell’ottobre scorso a Roma.
In caso di violazione delle prescrizione imposte, nei confronti di Castellino sarà applicata la reclusione da uno a cinque anni e sarà consentito l’arresto anche fuori flagranza.
Il leader romano di Forza Nuova, esponente anche del “movimento rivoluzionario” Italia Libera, aveva violato le disposizioni per il contenimento della pandemia “istigando pubblicamente”, secondo le accuse, “a contravvenire alle stesse”.
Castellino, sui social, aveva sollecitato i suoi a partecipare, “inneggiando alla ribellione, alla disobbedienza e al combattimento”.
Insieme a un gruppo di manifestanti, Castellino “aveva assunto un atteggiamento di aperta ostilità nei confronti dei reparti schierati che si adoperavano per sciogliere l’assembramento dando vita al caos nel quale sono stati esplosi dei petardi, incendiati cassonetti e cestini dei rifiuti e lanciati oggetti contro le forze dell’ordine”.
Nella proposta elaborata dalla divisione Anticrimine è stato ricostruito, con particolare riferimento agli ultimi due anni, il profilo pericoloso dell’esponente di spicco del gruppo capitolino di Forza Nuova, già sottoposto a due provvedimenti di applicazione della misura della sorveglianza speciale emessi dal Tribunale il 23 giugno 2014 e il 20 giugno 2018, l’ultimo dei quali ha avuto termine solo il 28 maggio 2020 per le continue interruzioni dovute agli stati di detenzione cautelare.
Nel provvedimento si legge che Castellino appare “indubitabilmente un soggetto pericoloso in relazione ai reati che offendono o mettono in pericolo la sicurezza e la tranquillità pubblica”.
In particolare il Tribunale evidenzia che Castellino è da considerare pericoloso poiché “organizza forme di protesta destinate a sfociare in scontri con le forze dell’ordine, in quanto, non solo attuate mediante iniziative non autorizzate… ma deliberatamente tese (come significato dai post su web che le promuovevano, le annunciavano e le rivendicavano) a elevare il livello di conflittualità sociale con modalità che includono il programmato scontro fisico con gli appartenenti alle forze dell’ordine e quindi: con volto travisato, con l’utilizzo di ordigni esplodenti, anche di tipo rudimentale, con danneggiamento o occupazioni di edifici, con cori offensivi e atteggiamenti provocatori e di plateale sfida sfrontata adottati, così da suscitare l’emulazione, nei confronti di appartenenti alle forze dell’ordine comandati a tutela della sicurezza dei cittadini e perciò in servizio di ordine pubblico”.
Il ruolo “politico” di leader del movimento romano di Forza Nuova non viene considerato dal Tribunale una circostanza scriminante, come evidentemente riteneva la difesa, piuttosto viene giudicata un elemento di maggior pericolo.
Sostiene infatti il Tribunale che Castellino utilizza il suo ruolo politico “con la finalità di amplificare l’eco pubblico dei suoi richiami a violare le leggi e incrementare il numero dei partecipanti alle manifestazioni di piazza che organizza, riuscendo così, in piena emergenza pandemica, a far convergere centinaia di persone, con conseguente incremento del rischio di contagio, assumendo condotte pubbliche inneggianti alla ribellione, alla disobbedienza e al combattimento”.