Editoriale

Francia, trucco legge elettorale

L’informazione che ci è stata data dai diversi mass media non corrisponde alla verità, perché è stato comunicato che la presidente di Rassemblement national, Marine Le Pen, ha perso questa tornata elettorale. Non è stato però specificato che la stessa, in realtà, non ha raggiunto l’obiettivo che si era prefissata e cioè la conquista della maggioranza dei seggi dell’Assemblée nationale (289 su 577).

L’informazione non ha comunicato i dati nudi e crudi degli stessi risultati, che invece sono lusinghieri per Rn. Ve li citiamo qui di seguito: nelle elezioni del 2022, quel partito ha riportato al primo turno 4,3 milioni di voti, mentre al secondo turno 3,6 milioni. Nelle passate elezioni ha ottenuto ben 9,4 milioni di voti al primo turno e 8,8 milioni al secondo turno.
Di fatto, il consenso si è più che raddoppiato e lo stesso partito è definitivamente approdato al primo posto per voti dei cittadini francesi.

Per quanto riguarda i seggi, o meglio i deputati eletti, sono stati ben 143, mentre nel 2022 erano 89. Quindi, un balzo in avanti di ben 54 deputati.
Questi sono i dati inconfutabili, che però nessun media ha comunicato all’opinione pubblica affinché questa si potesse fare un’idea sui fatti e non sulle opinioni.

Premesso ciò, resta il fatto che la prima coalizione è diventata il Nouveau Front populaire con 182 seggi. Lo definiamo coalizione e non partito perché all’interno di questo gruppo c’è di tutto, il diavolo e l’acqua santa. Non sappiamo chi sia il leader della coalizione, perché vi sono tanti galli nel pollaio, né se il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, potrà dare l’incarico di primo ministro a colui o a colei che verrà indicato/a dalla stessa coalizione.
Il secondo raggruppamento, Ensemble, ha eletto 168 deputati.

Da questa geografia, il Parlamento francese risulta allo stato attuale teoricamente ingovernabile, in quanto è difficile che la prima e la seconda coalizione si mettano insieme al Governo, avendo idee molto diverse. Impossibile, inoltre, anche l’alleanza fra le estreme del Parlamento.
Come si evince, la situazione è a dir poco caotica e la matassa molto intricata.

Il presidente della Repubblica ha visto diminuire i propri deputati da 61 a 45.
Con la mossa di sciogliere anticipatamente il Parlamento e di indire elezioni per il 30 giugno e 7 luglio, Macron ha tentato di fermare l’avanzata di Rn e ci è riuscito. Per contro, ha portato la Francia nel caos perché molto difficilmente potrà costituire un nuovo Governo. Per tale ragione ha chiesto al proprio primo ministro, Gabriel Attal, di restare in carica finché le cose non si chiariranno.

Dobbiamo ricordare che, secondo la Costituzione francese, nell’anno in cui sono state indette elezioni non se ne possono convocare altre, per cui tale ipotesi si deve scartare.
Gli effetti dell’instabilità politica si cominciano a far sentire, perché la Borsa di Parigi ha avuto una piccola scossa e lo Spread tra i bund francesi e quelli tedeschi è arrivato a 70 punti. Però dobbiamo ricordare, a riguardo, che lo Spread tra i bund italiani e tedeschi è intorno a 150.

Tutto quanto precede avrà refluenze sull’elezione della prossima Commissione europea, perché obiettivamente la Francia, che è il secondo Paese dell’Ue, si è fortemente indebolita. Tuttavia, sembra molto probabile un secondo mandato per Ursula von der Leyen come presidente, mentre non è ancora fatto l’organico di vice presidenti e commissari.

In questo “gioco” si è inserita Giorgia Meloni, che sta tentando di ottenere una vice presidenza di peso, con deleghe di rilievo, come potrebbe essere quella economica, già affidata a Paolo Gentiloni, o quella all’energia o all’ambiente.

Nel quadro europeo si è rinforzato il gruppo dei cosiddetti Patrioti, che fanno capo a Viktor Orban, leader ungherese e attuale presidente semestrale del Consiglio dell’Unione europea. Non ci capisce l’anatema di Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, per la visita di Orban a Putin.
La situazione è abbastanza ingarbugliata. Dovremo aspettare qualche settimana affinché le varie matasse si dipanino.