Franco Di Mare (28 luglio 1955-17 maggio 2024) è stato giornalista, scrittore, inviato di guerra e conduttore di Uno Mattina Rai. Un volto garbato e gentile che dal piccolo schermo ha ricevuto una grandissima notorietà.
Il 9 dicembre del 2018, in occasione del settantesimo anno dalla fondazione dello Stato di Israele, ha condotto, sul primo canale televisivo, uno speciale dal titolo “Israele, i 70 anni”, nel quale ha fornito al pubblico un racconto chiaro ed un’analisi fedele delle ragioni del perché, malgrado tutti i negoziati, peraltro pure incentivati dalle super potenze mondiali, la pace non è stata mai raggiunta in quella martoriata terra.
È stato sempre professionalmente attento a tutte le vicende in cui l’antisemitismo nazionale e non, avevano generato fatti di cui si era sentito in dovere di informare l’opinione pubblica.
Tra le sue tante missioni all’estero vanno ricordate quelle nella ex Jugoslavia, una di queste ha cambiato la sua vita. Allorché con lo sfaldamento della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, era cominciato quel sanguinoso conflitto armato interno, protrattosi per un decennio, che l’allora Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan ebbe a qualificare come “una guerra mondiale nascosta”; combattuta in Bosnia, tra l’esercito bosniaco e l’esercito della Repubblica Serba, che voleva annettersi l’intera Bosnia Erzegovina, in concorso con la Repubblica Croata; malgrado la presenza sul campo delle Forze di protezione delle Nazioni Unite, in vero per troppo tempo di scarsa efficacia. Infatti, i più efferati crimini sulle popolazioni civili non vennero evitati. Basta ricordare il massacro di Srebrenica e l’assedio di Sarajevo e di oltre una dozzina di cittadine della regione.
Nel luglio del 1992 Franco Di Mare, allora trentacinquenne, era a Sarajevo, per svolgere la sua attività di inviato. In occasione di un servizio presso un orfanotrofio, che era stato danneggiato a seguito di un bombardamento, venne colpito da un casuale abbraccio di una bimba di soli dieci mesi, che dopo, a seguito di vicende estremamente avventurose, riesce a portare in Italia ed adottare. Stella sarà sua figlia e diverrà la forza e la ragione della sua vita.
L’esposizione ad elementi cancerogeni, quali l’inalazione di pulviscolo dell’uranio impoverito dei proiettili e della polvere di amianto che si levava dalle macerie, e forse anche di altro, collegato alla sua sede di lavoro, faranno insorgere la patologia oncologica che lo porterà dopo anni alla prematura scomparsa.
La storia dell’incontro con la figlia è raccontata dal Di Mare nel suo libro “Non chiedere perché” Ed. Rizzoli, da cui è stato liberamente tratto il film per la televisione “L’angelo di Sarajevo” che vede Beppe Fiorello nei panni del giornalista protagonista. Il film è stato trasmesso per la prima volta nel gennaio del 2015 e replicato lo stesso mese della scomparsa di Franco Di Mare. Il nostro stimato giornalista si è sempre adoperato con successo per garantire alla figlia il massimo rispetto della riservatezza, ponendola al riparo dagli interessi dei media. “Sit tibi terra levis”.