Ambiente

Fridays for future, da Milano a Palermo giovani in piazza per il clima

ROMA – Da Milano a Palermo, “Fridays For Future”, il movimento dei giovani contro il cambiamento climatico ispirato da Greta Thunberg, ieri è sceso nuovamente in piazza in tutta Italia. In più di 100 città si sono radunati i presidi studenteschi: “Scioperiamo da una giornata di scuola o di lavoro per inchiodare le persone al potere di fronte alle loro responsabilità e al loro tradimento”, hanno spiegato gli organizzatori.

“Siamo di nuovo in piazza. Nonostante ci troviamo in una pandemia globale, la crisi climatica non si è fermata. Anzi, continua ad essere ignorata e trascurata dalle persone al potere. La crisi sanitaria – hanno continuato – ci ha mostrato le contraddizioni dell’attuale sistema economico e sociale, e ci ha costretti ad affrontare la realtà ascoltando la scienza e trattando una situazione di emergenza come tale. Nonostante questo, nessun governo – nemmeno quello italiano – ha iniziato ad ascoltare sul serio gli allarmi che la comunità scientifica ripete da anni”.

“L’avviso è chiaro – hanno avvertito i ragazzi – rischiamo di spingerci troppo in là. Continuando a immettere CO2 in atmosfera ai livelli attuali supereremo il riscaldamento globale di 1,5°C, il limite sicuro per evitare di innescare reazioni a catena irreversibili che sconvolgerebbero la vita umana sulla Terra. Gli incendi, gli uragani, la siccità, la distruzione dei raccolti, le alluvioni e le migrazioni stanno mietendo vittime oggi e di anno in anno rendono la vita sempre più difficile a milioni di persone in tutto il mondo. Perché tutto questo ancora non basta ai nostri politici per decidersi ad agire? Perché tocca ancora noi – ragazzi, studenti, lavoratori – scendere in strada e cercare di scuoterli?”

“Questo decennio è cruciale: le scelte che facciamo, le politiche che adottiamo sono determinanti per il futuro della nostra e delle prossime generazioni. A partire dal 2020 la curva delle emissioni deve iniziare a calare, e per farlo è vitale avviare la transizione ecologica. Ogni paese dovrà fare la sua parte, rispettando gli Accordi di Parigi in cui ha stabilito di fare di tutto per evitare il peggio. Questa pandemia è stata – ed è ancora – una tragedia. Ma molti scienziati ed economisti parlano chiaro: le misure per la ripartenza ci possono permettere di avviare la riconversione ecologica, risollevando l’economia – creando nuovi, diversi lavori – e risolvendo allo stesso tempo molti problemi sociali del nostro paese”.

Insieme a decine di esperti e associazioni, Fridays for Future ha raccolto nella campagna “Ritorno al Futuro” molte proposte concrete (https://ritornoalfuturo.org/le-proposte/) per il governo italiano. “Il tempo per evitare il collasso climatico sta per finire – hanno concluso i giovani attivisti – ma arrendersi significa destinarci a un futuro nel caos, e non lo accettiamo. Dobbiamo affrontare la realtà e trattare la crisi climatica come una crisi”.

Tra le proposte quella di Alessandro Personè dell’Unione degli Studenti e Camilla Guarino di Link coordinamento universitario. “Rimangono 10 anni per dire basta ad un sistema di sviluppo tossico ed inquinante, dopodichè il mondo non si potrà più salvare – hanno affermato -. Siamo in crisi economica, sanitaria ed ambientale e vogliamo che il piano di rilancio del Paese dia risposte immediate a tutto questo. All’Italia arriveranno 209 miliardi di euro del Recovery Fund, ma nessuno si sta confrontando con noi giovani per decidere come spendere i fondi e costruire un futuro diverso”.

“Dobbiamo partire dalla transizione ecologica: giustizia ambientale deve significare giustizia sociale – hanno continuato l’Unione degli Studenti e Link – Chiediamo al governo di rilanciare l’economia – riaffermando il ruolo del pubblico – attraverso la decarbonizzazione al 2030 e il rifiuto dei sussidi ai fossili, con un piano di efficientamento energetico degli edifici, investimenti sulle rinnovabili e sulle infrastrutture per la mobilità sostenibile”.

“La transizione ecologica deve avvenire tutelando e ripensando lavoro, sanità, istruzione e ricerca. Per fare ciò è fondamentale un investimento sull’istruzione gratuita, il diritto allo studio e la ricerca. L’Italia è il paese più indietro rispetto all’Unione Europa sugli investimenti su scuola e università, riportando i livelli più alti di povertà educativa e dispersione scolastica – concludono l’Unione degli Studenti e Link – ora è il momento di agire: scriviamo insieme un progetto per il futuro del Paese e investiamo i soldi sulle priorità per tutti noi!”.