Gli artigiani siciliani incassano la cassa integrazione grazie a Fsba, il fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato. Sono già stati bonificati nei conti correnti dei dipendenti di imprese artigiane 19.916 assegni, per un totale di nove milioni e seicentomila euro. Un successo per il fondo istituito da Cgil, Cisl e Uil e Cna Confartigianato, Casartigiani e Claai.
“Siamo riusciti a portare a termine un’operazione enorme, avendo a disposizione una struttura potenziata con il contributo di risorse umane messe a disposizione dalle organizzazioni sindacali e datoriali – affermano i vertici siciliani delle organizzazioni sindacali e datoriali del settore in una nota stampa. Con una buona organizzazione abbiamo evaso tutte le pratiche, riuscendo così a dare una boccata di ossigeno agli artigiani siciliani che ne hanno fatto richiesta. Viene premiata la tradizionale solidarietà artigiana e la capacità e l’efficienza che abbiamo saputo mettere in campo – continuano -, recuperando i ritardi determinati da una presunta incertezza applicativa delle norme di legge dovuta a pratiche di disinformazione”.
Le somme sono state accreditate nei conti correnti indicati in fase di richiesta. In questi mesi di emergenza coronavirus, il numero delle aziende artigiane che hanno fatto domanda è triplicato. “Prima della pandemia, erano meno di tremila le aziende che versavano i contributi al fondo, eppure, adesso, stiamo erogando l’assegno ai lavoratori di più di novemila imprese che hanno fatto domanda di cassa integrazione. Siamo riusciti – proseguono i vertici delle sigle di Fsba – a coprire la cassa integrazione di marzo quasi esclusivamente con le risorse che nel tempo erano state messe da parte con i contributi di legge versati dalle aziende artigiane iscritte alla bilateralità. Adesso, con i contributi (anche se rateizzati) delle nuove aziende iscritte e con le risorse stanziate nel nuovo decreto -concludono-, saremo nelle condizioni di assicurare anche l’assegno dei mesi di aprile e di maggio”. Parallelamente il Decreto “Rilancio” per le piccole e medie imprese, ma Giuseppe Pezzati, presidente di Confartigianato, resta cauto: “Una buona iniezione di liquidità è stata data, ma la stessa finisce ben presto e adesso occorre andare avanti veloci. È stato sicuramente fatto tanto, si parla di due manovre in una. C’è stata una certa consistenza di immissioni di denaro per le imprese e le persone. Va ridotta la pressione fiscale e il governo nazionale con questo nuovo decreto qualcosa ha fatto. Occorre che ora la politica si concentri sulla riduzione del cuneo fiscale – continua -, perché quando i cassaintegrati rientreranno nelle aziende dovranno poter lavorare. La cassa integrazione è e deve essere una tutela per i lavoratori, non certo uno strumento per poi allontanare”. Pezzati prosegue paragonando il riavvio delle imprese artigiane alla nascita delle start-up. “È come se tutto il comparto imprenditoriale abbia iniziato oggi con delle start-up, questi investimenti servono a ripartire. Ma il coraggio dell’imprenditore – conclude – si vedrà nel proseguire, nella continuità. Una continuità di sviluppo tendente alla progettazione strategica che deve assolutamente essere garantita dal governo”.