“Emerge una realtà che deve preoccupare, quella della fuga dei giovani siciliani, e che si vive in particolar modo nelle aree interne. Verifichiamo giornalmente la difficoltà demografica che non è solo determinata dalla denatalità ma anche dalla perdita di forze intellettuali, di giovani che vanno a studiare fuori e restano lì poiché ricevono proposte anche significative di lavoro”. Lo afferma all’AdnKronos il parlamentare regionale del Pd e sindaco di Militello in Val di Catania, Giovanni Burtone, in merito al dato Istat dal quale emerge come 365mila giovani abbiano lasciato la Sicilia negli ultimi sette anni.
“Inoltre – osserva Burtone- le aree interne della Sicilia sono in difficoltà nel poter garantire tre diritti di cittadinanza. Il primo e’ quello del diritto al lavoro. Poche iniziative per determinare sbocchi occupazionali. Andrebbero ampliate le Zes. Chi dovesse investire nell’Isola dovrebbe avere migliori condizioni rispetto al Paese considerando le minori infrastrutture e la difficoltà dei collegamenti“.
“Il secondo diritto che sta venendo meno – evidenzia Burtone- è quello delle cultura, della formazione scolastica. Tante scuole nelle aree interne sono affidate a delle reggenze. Oggi le funzioni di un dirigente scolastico sono estremamente importanti nel determinare orientamento per lo studente. Eppure – ricorda Burtone- in base alla volontà del governo nazionale, per ciò che riguarda la Sicilia, il 50% delle scuole perderà l’autonomia scolastica, la direzione diretta di un dirigente scolastico considerando che il ‘rapporto’ sarà ad ottocento alunni. Ciò significa – continua l’esponente Dem- che quelle siciliane saranno scuole di serie B. Questa norma – rileva Burtone- va immediatamente impugnata come hanno già fatto altre regioni”.
“Infine – rimarca Burtone- il diritto alla salute. Se nelle città gli organici sono pieni, nei territori mancano i medici. Nei pronto soccorso, nell’emergenza, nella rianimazione, nella chirurgia, nella medicina generale, in quella di famiglia. Quando mancano questi diritti fondamentali – conclude Burtone- mancano i pilastri su cui fondare una comunità. Ecco purché si determinano questi numeri. Ci vuole la solidarietà dell’Europa con il Pnrr, un impegno dello Stato ed uno sforzo ulteriore della Regione e degli enti locali”. (di Francesco Bianco).