Trapani

FuniErice, scontro tra soci sulla gestione della società

ERICE (TP) - Poco più che ordinaria amministrazione? O manovra politica? La linea di confine è netta ad Erice. Da un lato il Comune e l’ex Provincia. Dall’altro l’opposizione consiliare. Tra i due fronti, la funivia. Meglio, la società che la gestisce: di proprietà al 50%, ciascuno, dell’amministrazione comunale e del Libero Consorzio. I due soci hanno messo in campo una serie di modifiche allo statuto della “FuniErice”.

“La principale finalità – si legge nella delibera approvata dal commissario del Consorzio Raimondo Cerami – è quella di garantire un controllo effettivo e strutturale, da parte dei due enti pubblici soci, più pregnante di quello previsto dal vigente statuto”.

A sostegno anche un indirizzo inequivocabile della Corte dei Conti. Modifiche definite dall’ex Provincia e condivise dal Comune. Da qui un amministratore unico al posto dell’attuale consiglio d’amministrazione. La soluzione del Cda non viene cancellata del tutto ma condizionata. L’assemblea dei soci dovrà infatti motivare l’eventuale nomina del consiglio (tre componenti), verificando anche il “contenimento della spesa”. L’amministratore unico dovrà essere nominato di comune accordo tra i due soci. Se non ci sarà l’intesa si passerà al sorteggio tra due nominativi indicati, rispettivamente, dal Comune e dal Consorzio. L’eventuale presidente del Cda sarà scelto dall’ex Provincia, così com’è in questa fase. I nuovi amministratori, inoltre, non potranno essere soci o dipendenti delle due pubbliche amministrazioni.

Il mandato scende da tre a due anni. Poche tracce di una manovra politica e molte di qualcosa che somiglia tanto alle prerogative dei due soci. Modifiche che sono state approvate pure dalla giunta ericina e che, subito dopo, sono state trasmesse al consiglio comunale. Apriti cielo! La minoranza d’aula è insorta ed ha trascinato nello scontro anche i partiti di riferimento. Documenti del centrodestra puntati sul Comune governato da una “civica” di centrosinistra. Perché? Tra le modifiche c’è l’azzeramento della carica di direttore generale che può essere istituito, ma con una decisione dell’assemblea dei soci. La “FuniErice” ha un direttore generale. Si tratta di Germano Fauci, che viene considerato, dall’opposizione, il vero bersaglio da colpire. Per la sua autonomia gestionale, sostenuta dal presidente della società Franco Palermo, segnalato, sempre dalla minoranza, come l’altro obiettivo da mettere nel mirino. Le ulteriori garanzie della sindaca Daniela Toscano e del commissario Cerami: “Con questo nuovo modello riteniamo che possa essere assicurata maggiore efficienza alla gestione della società”, non hanno scalfito i dubbi dell’opposizione, che possono essere sintetizzati in una nota del Circolo di Diventerà Bellissima Trapani-Erice che porta la firma del suo presidente Vincenzo Maltese: “Come si vorrebbe razionalizzare e ridurre la spesa pubblica della FuniErice? Tagliando la figura del direttore generale, vincitore di concorso e dirigente a tempo indeterminato della società? Prevedendo comunque nella versione statutaria proposta un consiglio d’amministrazione con tre componenti qualora non si raggiunga l’accordo sulla nomina dell’amministratore unico? Confermando l’Organismo indipendente di Vigilanza con una composizione di tre componenti anziché prevedere un organo monocratico? Chiediamo coraggio, quello di dichiarare quale sia il vero progetto politico e cosa si vuole fare della FuniErice”.

“Nessun progetto politico”, la replica della prima cittadina.
Che aggiunge: “La revisione della governance della società intende rendere concreto il principio del controllo analogo. Nient’altro”. Già qualche scaramuccia in consiglio, con una seduta che è andata a vuoto. Ma quel che s’intravede è soprattutto uno dei capitoli di una lunga e contraddittoria campagna elettorale che porterà il Comune al voto nella primavera dell’anno prossimo. “FuniErice” ha i conti in ordine. Tante potenzialità inespresse e la necessità di uscire, prima possibile, e con successo, dalla logica di sottogoverno che finora ha risparmiato ben pochi protagonisti della sua storia.