Diversi furti e perfino beni culturali danneggiati e distrutti: sono i reati che avrebbero commesso i due uomini tratti in arresto dai carabinieri di Riposto, in provincia di Catania.
I militari dell’Arma hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del Tribunale etneo, notificati ai due interessati nel carcere di Piazza Lanza (dove si trovano già detenuti per altra causa).
Ecco i nomi degli indagati e i dettagli sulle ordinanze a loro carico:
I fatti contestati si sarebbero verificati a Riposto e Fiumefreddo nei primi cinque mesi del 2023. Tra il 25 gennaio e il 13 aprile di quest’anno, i due indagati si sarebbero resi autori di una serie di otto episodi di furto ai danni di auto parcheggiate in strada. Nella notte, avrebbero rubato i catalizzatori, segandoli dall’impianto di scarico e provocando così ingenti danni economici alle vittime.
Nel corso di queste scorribande, Grasso e Spadaro si sarebbero anche introdotti sia all’interno di un cantiere edile in corso Italia, dal quale avrebbero rubato un’ingente quantità di materiali e attrezzature per la costruzione, sia in una officina meccanica del centro di Riposto, dove avrebbero razziato vari utensili da lavoro, un pc, sei catalizzatori per auto e 600 euro in contanti.
Sicuramente, però, l’azione criminale più grave che gli indagati avrebbero compiuto, tenuto conto dell’alto valore simbolico dei beni “sfregiati”, è stata il saccheggio e il deturpamento di 8 fregi e 3 bassorilievi in bronzo, del monumento ai caduti della prima guerra mondiale, nonché dell’opera scultorea dedicata al senatore Edoardo Pantano, entrambi all’interno della villa comunale a quest’ultimo intitolata.
Tale gesto sarebbe stato commesso da Grasso assieme a due complici, non ancora identificati.
Grazie alle indagini e alla visione dei filmati di videosorveglianza dei luoghi interessati dai furti e dai danneggiamenti, i carabinieri sono riusciti a identificare elementi utili a “incastrare” i due presunti autori dei reati, come gli abiti indossati da Grasso in un episodio e l’auto a lui in uso (una Fiat Panda).
Analogamente, inoltre, i carabinieri hanno eseguito la seconda ordinanza a carico del solo Spadaro che, assieme a un complice ancora ignoto, il 7 maggio scorso si sarebbe introdotto nei locali della stazione ferroviaria circumetnea di Riposto, sfondandone una porta e, dopo aver forzato la biglietteria automatica, avrebbe asportato il denaro lì contenuto, ammontante a circa un centinaio di euro.
Anche in questo caso, l’esame dei filmati delle telecamere presenti in loco si è rivelata determinante per l’identificazione del presunto ladro, già noto ai militari della stazione di Riposto, identificazione che sembra trovare conferma anche in un’impronta digitale di Spadaro rilevata sulla porta d’accesso distrutta nel corso dell’azione delittuosa.
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