Agricoltura

G7 Agricoltura alle porte, il ministro Lollobrigida: “Sinergia tra Paesi avanzati e in via di sviluppo”

ROMA – Il recente incontro del G20 in Brasile: questo lo spunto che Maarten van Aalderen, giornalista del De Telegraaf, ha utilizzato per dare il “là” al Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, ieri a Palazzo Grazioli, durante la presentazione alla stampa estera in Italia (di cui, dal 22 aprile, van Aalderen è Presidente) del G7 dell’agricoltura e della pesca che aprirà i battenti ad Ortigia sabato.

Sabato ad Ortigia il G7 dell’agricoltura e della pesca

“Due eventi – ha detto Lollobrigida – in stretta connessione fra loro. Con la Presidenza brasiliana fin da subito siamo stati in perfetta sintonia, concordi nel voler dare la stessa importanza a due comparti, agricoltura e pesca, che in molti Paesi viaggiano separati, perché la delega alla seconda non sempre viene data al ministro dell’Agricoltura. Invece abbiamo fortemente voluto che il settore ittico fosse un elemento centrale a garantire la sicurezza alimentare. Che significa garantire qualità a tutti. Non ci arrendiamo all’idea di un mondo in cui i più ricchi possono permettersi cibo (che per noi italiani non è sinonimo solo di nutrimento) di qualità e i più poveri, al contrario, no. Con il G7 di Ortigia, l’Italia si è resa protagonista di un dibattito che porta a quello che abbiamo voluto indicare come piano Mattei: una sinergia tra i Paesi più progrediti e i Paesi in via di sviluppo, in particolare africani”.

Le direttrici lungo le quali si sviluppa il progetto

Quali siano le direttrici lungo le quali si sviluppa il progetto è sempre il Ministro a spiegarlo: “Una è legata alle sementi, che sono un bene prezioso per la produzione delle piante. La condivisione del brevetto su alcune sementi offre la possibilità ad alcuni Paesi di produrre di più e con una qualità maggiore. L’altro elemento importante è la formazione: l’Africa è un continente che ha il 65 per cento di terre arabili, oltre ad avere una popolazione anagraficamente molto giovane. I Paesi del G7, invece, hanno competenze e conoscenze che possono mettere a disposizione per formare i giovani africani all’agricoltura, alla trasformazione e valorizzazione dei prodotti. L’obiettivo è quello di coinvolgere (ovviamente tenendo conto delle singole specificità e delle tempistiche, evidentemente diverse) tutti i 54 Paesi africani”.

Il tema della sovranità alimentare

Lollobrigida ha, poi, toccato il tema della sovranità alimentare, “che deve valere per tutti i Paesi. Non è un concetto solo italiano. La sovranità alimentare è un diritto di tutti i popoli. Voglio ricordare, a titolo esemplificativo, l’Ecuador, il primo Paese ad avere inserito in Costituzione il concetto di sovranità alimentare, perché rischiava di vedersi privato del diritto di stabilire cosa produrre e cosa mangiare. E per garantire questo sacrosanto diritto è necessario assicurare l’autosufficienza alimentare, valorizzando la produzione locale. Faccio un esempio. Tempo fa il collega dell’Agricoltura del Kenya mi raccontava di una tazza di tè bevuta in un bar di Roma e pagata 5 euro. Tè inglese, dunque di ottima qualità. Però prodotto in Kenya. E di quei 5 euro al contadino keniota arrivavano solo pochi centesimi. Autosufficienza alimentare, quindi, è anche sinonimo di protezione delle indicazioni geografiche. Che in Italia e in Europa facciamo. Ma ritengo che vada estesa a livello mondiale”.

Il Ministro Lollobrigida ha parlato anche di ambiente

In chiusura, il Ministro ha parlato anche di ambiente, “un elemento simbiotico con l’agricoltura. Non lo dico io, ma il Trattato istitutivo della Comunità europea del 25 marzo1957. Un documento redatto da Paesi che fino a dodici anni prima stavano litigando. A Roma, nel 1957, hanno detto: basta con le guerre, per il futuro cerchiamo delle soluzioni alternative. Ragionando su un piano strategico che passasse attraverso un’agricoltura sostenibile, che guardasse all’ambiente. Perché sostenibilità ambientale e sostenibilità economica sono due pilastri da tenere insieme per garantire l’equità sociale”.