Cronaca

Mafia, arrestato Gaetano Savoca “l’erede del Papa di Ciaculli”

La Polizia di Stato ha proceduto all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip nei confronti di Gaetano Savoca, 57 anni, chiamato “il biondo”. L’indagato è gravemente indiziato di associazione per delinquere di stampo mafioso con funzioni di direzione e coordinamento delle famiglie mafiose che compongono il mandamento di Brancaccio.

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Gaetano Savoca è figlio di Pino, storico capo di quel mandamento che a fasi alterne si è chiamato Ciaculli o Brancaccio, in base al personaggio autorevole che lo ha guidato. Un tempo era Michele Greco, il “Papa”. Poi, Giuseppe Graviano, di Brancaccio.

Gaetano Savoca, le indagini

In particolare, le risultanze investigative hanno rilevato la costante influenza mafiosa svolta da Gaetano Savoca attraverso riservatissime riunioni ed incontri programmati con altri sodali. I settori maggiormente attenzionati erano quelli delle estorsioni e del traffico di stupefacenti, con disposizioni e direttive sulle modalità attuative delle attività illecite.

Le attività investigative in argomento, inoltre, hanno messo in luce la capacità gestionale, nella qualità di vertice mandamentale, di Savoca. Questa era esercitata mediante la composizione dei dissidi tra gli associati e nel dirimere i contrasti insorti tra gli affiliati per il sostentamento economico agli associati detenuti, nonché nel condizionamento delle assunzioni di personale presso una cooperativa attiva nei cantieri delle ferrovie.

L’omicidio

Il contesto sopra delineato si inquadra nel grave omicidio avvenuto a Brancaccio, il 26 febbraio scorso, di Giancarlo Romano, uomo d’onore in forte ascesa all’interno della famiglia di Corso dei Mille. Nello scontro è avvenuto anche il ferimento del sodale Alessio Salvo Caruso, con il conseguente Fermo di Indiziato di delitto di due indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, dell’azione omicidiaria.

Nel corso della richiamata operazione, sono state altresì eseguite numerose perquisizioni domiciliari nei confronti di soggetti indagati nell’ambito delle indagini per ricettazione e riciclaggio.