Intervistato dal presidente Filippo Anastasi, l’assessore regionale ai Beni culturali e all’Identità siciliana, Alberto Samonà, risponde alle domande del QdS.
Com’è il rapporto del pubblico con la cultura in questi tempi di pandemia?
“Subito, d’intesa con il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, abbiamo dato un segnale di ripartenza attraverso l’iniziativa #laculturariparte. Il 30 maggio, pioneristici rispetto al resto d’Italia, abbiamo riaperto Parchi archeologici, Musei e altri luoghi della cultura a ingresso gratuito con un’app messa a disposizione dalla Regione che ha consentito l’accesso contingentato dei visitatori per garantire le visite in sicurezza. L’iniziativa ha rappresentato una rinascita alla vita per i siciliani, giacché solo nel corso della prima settimana i siti della cultura hanno accolto oltre quarantamila visitatori. E nel fine settimana di Ferragosto il trend è stato in progressiva crescita dal momento che le visite nei Parchi archeologici e Musei regionali siciliani hanno fatto registrare 31mila presenze, con picchi nella Valle dei Templi e al Teatro Antico di Taormina. Abbiamo cercato, inoltre, di modulare l’offerta adeguando gli orari di apertura alle esigenze del visitatore e proponendo l’apertura dei Parchi nelle ore notturne e alle albe. Il Parco archeologico di Morgantina e della Villa Romana del Casale, per esempio, rimarranno aperti fino al 25 ottobre con apertura serale anche del Museo di Aidone, che amplia l’offerta complessiva già collaudata nella Valle dei Templi e a Naxos, tra gli altri”.
Come intende valorizzare la Sicilia?
“Una delle mie priorità è attribuire centralità all’attività svolta dalla Soprintendenza del Mare, voluta dall’archeologo Sebastiano Tusa, allora dirigente della Regione siciliana. L’assessore dei Beni culturali, prematuramente scomparso, ha creduto nella Soprintendenza, consapevole dell’enorme valore del patrimonio culturale sommerso che, altrimenti, sarebbe rimasto preda di coloro che per decenni si sono appropriati dei tesori custoditi nei fondali. Con la Soprintendente Valeria Li Vigni, moglie di Sebastiano, abbiamo dato notizie di nuovi ritrovamenti e avviato una serie di attività realizzate grazie alla collaborazione dei privati, soprattutto dei diving. Inoltre, con la Soprintendenza e i privati, stiamo lavorando a un progetto che preveda la creazione di itinerari turistici per i beni culturali sommersi da mettere a sistema, in modo da intercettare un segmento di turismo che sia strettamente connesso al nostro essere Isola. E, quindi, dare corpo a un grande sogno di Sebastiano Tusa che era la necessità di creare un rapporto simbiotico, di continuità, tra l’area archeologica terrestre e i tesori del mare. È questa la linea di azione su cui vogliamo muoverci”.
Come sono i rapporti con le Università?
“Il rapporto con gli Atenei siciliani si sta intensificando. Stiamo rafforzando le collaborazioni, soprattutto nel campo della robotica per la ricerca sottomarina. Inoltre, abbiamo siglato una convenzione con l’Università di Palermo per le attività del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Conservazione e restauro dei beni Culturali, abilitante alla professione di restauratore. L’accordo prevede cantieri scuola, stage formativi e la collaborazione con professionalità esperte della Regione siciliana”.
Il futuro delle Soprintendenze?
“Le Soprintendenze ai Beni culturali sono una risorsa, ma allo stesso tempo bisogna farle funzionare al meglio, semplificando il rapporto con il cittadino che talvolta è costretto ad aspettare troppo tempo per avere una riposta. In via sperimentale, avvieremo una procedura automatizzata e digitale che permetterà al cittadino di ridurre i tempi di attesa. Lo snellimento delle procedure della pubblica amministrazione è un obiettivo che mi ha chiesto Matteo Salvini durante un incontro con gli assessori e gli esponenti della cultura di tutta Italia, ed è un tema molto caro al presidente Musumeci”.
Quali sono le novità del disegno di legge sui beni culturali?
“Il testo, varato dalla quinta Commissione dell’Ars, è stato riscritto con il contributo di tutte le forze politiche, del Governo regionale e dei tecnici dell’assessorato. Introduce una serie di novità e va in direzione di molte delle istanze arrivate da Soprintendenze, forze sociali e associazioni ambientaliste. Fra le novità, c’è la possibilità di selezionare i direttori dei Parchi archeologici con un bando internazionale, qualora non si dovessero trovare le professionalità all’interno dell’amministrazione regionale”.
Quali strategie ha in mente per valorizzare l’identità siciliana?
“L’identità siciliana ha varie sfaccettature. Sto girando l’Isola per vedere lo stato dei beni culturali, che non è sempre ottimale e presenta criticità. Intendo recuperare innanzitutto il Reis, il Registro delle identità immateriali della Sicilia. Ciò significa affrontare la materia a 360 gradi, valorizzando i territori che custodiscono la memoria, le tradizioni, le feste popolari e mettere tutto a sistema per offrire ai siciliani e ai turisti tesori da scoprire tutto l’anno. Sono stato, per esempio, a Caltanissetta e a San Cataldo, dove si celebrano i riti della cerimonia della settimana Santa. Abbiamo firmato con gli altri assessorati e la Curia l’ultimo atto dell’itinerarium Rosalie che recupera i camminamenti di Santa Rosalia tra Santo Stefano di Quisquina e Monte Pellegrino. Tra le iniziative, vogliamo sostenere la tradizione orale siciliana legata all’Opera dei pupi; valorizzare il patrimonio culturale in musica che ci ha lasciato Rosa Balistreri e le opere del drammaturgo siciliano Franco Scaldati. E, inoltre, abbiamo concentrato al Museo Riso durante i mesi di settembre e ottobre iniziative culturali di valorizzazione dell’Identità siciliana”.
Come si possono valorizzare i borghi siciliani?
“Stiamo lavorando con gli altri assessorati alla rete culturale dei borghi, che sono un tesoro da offrire al mondo. Tra questi ci sono Petralia Soprana, Gangi, Montalbano Elicona, Sambuca di Sicilia, che cito perché hanno vinto il concorso nazionale dei Borghi più belli d’Italia, ma i luoghi sono tantissimi e tutti da valorizzare”.
Di cosa vi occuperete negli Stati generali dei beni culturali?
“Gli Stati generali, che si terranno entro fine anno, serviranno a fare in modo che tutte le istanze a me presentate, come assessore, da tutto il mondo della cultura, vengano condivise e diventino linee progettuali della Regione siciliana. Uno dei momenti preparatori sarà la nostra presenza alla Borsa Mediterranea del Turismo archeologico di Paestum”.
A che punto è il progetto sul sacro in Sicilia?
“Stiamo lavorando al progetto ‘Ierofanie’, un programma laico come manifestazione del sacro che in Sicilia si presenta in mille modi: dal tempio greco alla Cattedrale, dall’altare punico fino alla festa religiosa, alla fonte d’acqua, al bosco. Ai rapporti spirituali tra le parti più intime dell’Islam e della cristianità bizantina sarà dedicata ‘Luce da Luce’, una tre giorni, dal 25 al 27 settembre, al Museo Riso che realizzerà un momento di confronto interculturale molto forte nella tradizione di dialogo profondo, mistico tra religioni, già sperimentata nella nostra storia. Nell’ambito dell’iniziativa si svolgeranno anche concerti che rappresentano le due culture. Con le Curie, inoltre, stiamo dialogando per recuperare i beni ecclesiastici: tra gli ultimi lavori, stiamo restaurando gli arazzi di Marsala, che possono essere ammirati tutti i venerdì mattina nel cantiere attivato all’Oratorio dei Bianchi di Palermo”.
Recentemente a Palermo l’Assessorato ha lanciato il percorso di valorizzazione turistico-culturale con l’Università, che consente di visitare più luoghi con un biglietto unico. Di che si tratta?
“Il Museo archeologico regionale Antonio Salinas, l’Orto Botanico di Palermo e il Museo zoologico Doderlein dal 15 settembre si possono visitare acquistando un unico biglietto. È il risultato di un importante accordo voluto dall’assessorato regionale dei Beni cultuali e dell’Identità siciliana e dall’Università degli Studi di Palermo, sottoscritto dalla direttrice del Museo archeologico Antonio Salinas, Caterina Greco e dal direttore del Centro servizi Sistema museale dell’Università di Palermo, Paolo Inglese. L’intesa sancisce una collaborazione stabile tra Assessorato e Università nel campo della fruizione dei beni culturali. È tempo di attivare tutte le misure possibili per far ripartire la cultura, a partire dalla valorizzazione dei luoghi che costituiscono il nostro patrimonio storico, per realizzare percorsi virtuosi e proposte attrattive per i siciliani e i turisti”.
Ci saranno altre iniziative del genere?
“L’iniziativa della card unica per la visita di più luoghi della cultura, concretizza la nostra idea di bellezza in rete e segue le linee di rafforzamento della collaborazione interistituzionale tracciata dal Governo Musumeci, nell’ottica anche di incidere nella capacità di ottimizzare l’accesso alle possibili risorse. L’accordo di Palermo realizza anche nel concreto la combinazione di natura e cultura sulla quale l’Assessorato è proiettato”.