Truppe di cielo e di terra dell’esercito israeliano hanno lanciato, poco prima della mezzanotte, la Striscia di Gaza.
Lo ha reso noto l’esercito stesso dopo aver ammassato le truppe al confine con Gaza e richiamato altri riservisti.
La guerra con Hamas – mentre continuano i raid e il lancio di razzi su Tel Aviv e vicino agli aeroporti israeliani – rischia così di scivolare in uno scontro diretto sul campo e stasera si aggrava di un altro dramma: un’intera famiglia, compresi quattro bambini e la madre incinta, è rimasta uccisa in un pesante bombardamento israeliano nella zona di Sheikh Zayed, nel nord di Gaza, che ha provocato almeno undici morti e 50 feriti, secondo la ricostruzione dell’agenzia palestinese Wafa. Al quarto giorno di conflitto le chance di un cessate il fuoco imminente appaiono ridotte al lumicino.
La comunità internazionale, malgrado gli appelli alla de-escalation e qualche timido tentativo di mediazione, sembra assistere impotente.
L’unico deterrente a un’ invasione di terra avrebbe potuto essere la grave situazione che Israele sta affrontando al suo interno, con le violenze incessanti tra ebrei ed arabi: un secondo fronte imprevisto e foriero di sviluppi devastanti.
Il portavoce militare Hudai Zilberman, aveva spiegato che le truppe ammassate al confine “si stanno preparando, stanno studiando il campo ed entreranno in azione quando sarà deciso”.
Hamas, intanto, hanno sottolineato gli esperti, sta mostrando una crescente e innovativa capacità di fuoco, usando tra l’altro – come ha rivelato Abu Obeida, portavoce delle Brigate al-Qassam, ala militare dell’organizzazione – i nuovi razzi denominati ‘Ayash250’, che avrebbero una gittata di 250 chilometri. Sono questi ad essere stati lanciati verso l’aeroporto internazionale Ramon, a nord di Eilat, e piuttosto distante dalla Striscia.
Minaccia che ha portato le maggiori compagnie aeree europee e americane a sospendere i voli per l’aeroporto Ben Gurion almeno fino a sabato. Ma a preoccupare la leadership israeliana sono anche – o forse soprattutto – le violenze che da giorni, a partire dagli scontri di Gerusalemme, stanno infiammando le città miste con una vera e propria caccia all’uomo tra ebrei e arabi e tentati linciaggi da entrambe le parti.