Il dilemma se usare l’articolo maschile o femminile davanti a Presidente del Consiglio è stato risolto in maniera costituzionale usando quello maschile, come previsto dall’articolo 93 della Costituzione stessa. Tuttavia, noi vogliamo usare la parola francese “première” per indicare che è la “Prima” donna Presidente del Consiglio, fatto importante ed incontestabile.
Cosicché Giorgia Meloni, dopo avere ricevuto la campanella di rito dall’uscente Mario Draghi e avere immediatamente riunito il Consiglio dei ministri per l’insediamento, da ieri ha cominciato il suo percorso pieno di difficoltà e di trappole.
Ma la “première” ha notevole intuito, lunga esperienza e grandi capacità per schivare gli ostacoli e superare le difficoltà. In ogni caso, la attendiamo alla prova dei fatti, che comincerà con le dichiarazioni programmatiche davanti alle Camere.
Giorgia Meloni è venuta al QdS per un forum pubblicato il 21 febbraio 2018. Seppure siano passati quattro anni, ricordo di aver avuto un’impressione positiva della futura “première”, per la sua vivacità e velocità nell’interscambio della discussione che si fece quel giorno.
Abbiamo avuto la possibilità, nella nostra lunga carriera, di incontrare ben sei degli attuali ministri, in occasione di altrettanti forum. Incontri istituzionali, ma sempre cordiali, che ci hanno consentito di conoscere di persona coloro che dovranno amministrare branche dello Stato. Qui di seguito brevemente ve ne parliamo.
Con Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro degli Esteri, mi sono incontrato a Bruxelles quando era Presidente del Parlamento europeo. Collega giornalista, mente sveglia. Abbiamo descritto nel forum, pubblicato il 20 maggio 2017, l’andamento di quel Parlamento e l’importanza del tentativo di migliorare una linea unitaria di condotta. Ma ne parleremo in un’altra occasione.
Altra pasta di persona rispetto all’uscente Luigi Di Maio, che ricordiamo per l’ultima volta in quanto l’oblio cancellerà il suo percorso. Siamo convinti che Tajani rivitalizzerà la politica estera del nostro Paese e la riporterà a quel livello di importanza persa in questi ultimi anni.
Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, l’abbiamo conosciuto in occasione del forum pubblicato il 14 marzo 2009, quando era viceministro alle Attività produttive, con delega al Commercio estero. Padovano d’origine, ma siciliano di crescita, mentalità vivace, uomo di cultura, riteniamo che in questo nuovo incarico possa esplicitare le sue qualità.
Daniela Santanché, ministra del Turismo, donna vivace, imprenditrice notevole, ma anche politica sanguigna, è venuta a trovarci al nostro giornale e in occasione di quella visita abbiamo svolto il forum, pubblicato il 17 aprile 2010, quando era sottosegretario all’attuazione del programma di governo. Col tempo è maturata, ma non ha perso la vitalità e dinamicità. Aspettiamo alla verifica dei risultati del suo incarico, che saprà apportare al Governo e al Paese.
Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, una sorpresa, bravo direttore del TG2, che ho conosciuto in occasione del forum pubblicato il 25 luglio 2020. Storico, insegnante alla Luiss di Roma, saprà dare durante la sua attività di ministro ciò che ha: la cultura.
Raffaele Fitto, ministro degli Affari europei e Pnrr, giovane brillante che ho conosciuto in occasione del forum, pubblicato il 24 gennaio 2009, quando era ministro per i Rapporti con le regioni. Enfant prodige, giovanissimo presidente della Regione Puglia, è sempre stato presente fra i conservatori italiani, ma con idee liberali e progressiste: non sembri un paradosso. Riteniamo che la sua funzione di raccordo con l’Europa e la gestione del Pnrr possa produrre risultati positivi perché occorre che il Vecchio continente comprenda le ragioni dei 27 e non quelle di alcuni.
Per ultimo, ma non ultimo, voglio accennare al vecchio amico, Sebastiano (Nello) Musumeci, cui è stato affidato il ministero per le Politiche del Mare e per il Sud, che però ora deve essere riempito di deleghe, diversamente non avrà grandi possibilità di manovra.
In particolare sarebbe necessario che affidassero al suo Ministero i Fondi di sviluppo e coesione, il controllo del Comando generale del corpo delle Capitanerie di porto, la Direzione generale della vigilanza delle autorità portuali e, in generale, l’area funzionale della navigazione del trasporto marittimo. Attendiamo di conoscere le deleghe per comprendere cosa potrà fare.
Intanto, auguri al nuovo Governo.