Il 15 marzo si celebra la Giornata del Fiocchetto Lilla 2024, un momento dedicato ai disturbi alimentari – o meglio, disturbi del comportamento alimentare (DCA) – e alle persone che ne soffrono. Si tratta di una giornata importante per informare, sensibilizzare, aprire gli occhi e potenzialmente aiutare i soggetti a rischio e le famiglie che si trovano a vivere questo dramma (spesso anche nell’indifferenza generale).
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Una persona su 3 in Italia soffre di disturbi dell’alimentazione e della nutrizione, nel mondo è una su 5. Questo è il dato sconvolgente rivelato dalla società italiana di nutrizione umana (Sinu) in occasione della Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla. Il 70% dei casi riguarda adolescenti. E, cosa più preoccupante, dopo l’emergenza Covid i casi sembrano in aumentano e si diversificano sempre di più. La classificazioni dei disturbi del comportamento alimentare in anoressia, bulimia e binge eating disorder è ormai ben che superata. Ci sono altri disturbi, più subdoli e meno conosciuti, che rischiano di distruggere la vita di ragazzi e ragazze, uomini e donne, perfino bambini.
L’informazione e la prevenzione sono la chiave per contrastare il fenomeno, che non ha una matrice esclusivamente alimentare ma anche e soprattutto emotiva e psichica. “È fondamentale – rimarcano dalla Sinu – trasferire corrette informazioni alla rete di relazioni di questi giovani (famiglie, amici, insegnanti, istruttori di palestra) per l’identificazione tempestiva di questi disturbi. Ad esempio, una particolare attenzione verso l’aspetto fisico o l’alimentazione possono nascondere una situazione di disagio psicologico e rappresentare un campanello d’allarme”.
In occasione della Giornata dedicata ai disturbi alimentari, nel 2024 il Gruppo Kos rilancia l’attenzione su questa problematica che ha visto nel 2022 oltre 3mila decessi con diagnosi correlate ai disturbi dell’alimentazione e della nutrizione (anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata). E lo fa attraverso l’iniziativa “Disordini nascosti“, realizzata a partire dall’ascolto delle storie dei pazienti da parte di un team medico multidisciplinare (composto da psichiatri, psicologi, dietisti, nutrizionisti e tecnici della riabilitazione psichiatrica).
“Mettendo al centro le storie dei pazienti, le loro sensazioni e il loro malessere – informa il Gruppo Kos – è nata una collezione di 6 piatti che racconta come le cause dei disturbi alimentari siano, a tutti gli effetti, da ricercare nella mente. Ogni piatto ci permette di entrare nei pensieri patologici di chi ha un disturbo alimentare, facendoci capire quanto il rapporto distorto con il cibo sia legato a un profondo disagio interiore”. La collezione, illustrata dall’art director Francesca Tucci, è solo una delle tante iniziative di sensibilizzazione attive in Italia.
La piattaforma dedicata ai centri di cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (Dna) dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità) “a marzo 2024 conta 135 strutture sparse su tutto il territorio nazionale, di cui 115 pubbliche (appartenenti al Servizio sanitario nazionale) e 20 appartenenti al settore del privato accreditato”.
La mappa rivela una distribuzione dei servizi per curare le persone con disturbi alimentari non è assolutamente omogenea. La maggior parte dei centri si trova in Emilia Romagna (20), in Lombardia (16) e in Campania (12); in Sicilia sono 7. E solo il 47% delle 135 strutture prende in carico minori fino a 14 anni.
Sempre più giovani, sempre meno informati e inclini a cadere nella “rete” infernale dei DCA. Il quadro delineato dal Movimento Lilla e dalle autorità sanitarie competenti sulla diffusione dei disturbi del comportamento alimentare è tutt’altro che rassicurante.
Secondo gli ultimi dati diffusi sul fenomeno, 3,5 milioni di persone soffrono di disturbi alimentari e in Italia negli ultimi 3 anni “c’è stata una costante crescita” di casi. E sempre più spesso questi casi riguardano anche bambini dai 7 ai 9 anni: l’età dell’insorgenza dei DCA, quindi, si sta abbassando e sta trasformando i disturbi del comportamento alimentare in una vera e propria “emergenza pediatrica“. Per questo, e lo chiedono a gran voce i professionisti della salute, serve un segnale deciso per contrastare un fenomeno in rapida crescita e potenzialmente letale.
Se un tempo i disturbi alimentari venivano classificati in anoressia, bulimia e binge eating, nel 2024 la lista è ben più lunga e variegata. La Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA) ha tracciato un quadro, in costante aggiornamento, dei “nuovi disturbi alimentari“. Una lista che fornisce una minima idea di quanto il mondo dei DCA sia più complesso di come appare all’occhio comune.
Ecco alcuni esempi dei “nuovi” disturbi del comportamento alimentare, messi in evidenza dalla SINPIA in occasione della Giornata del Fiocchetto Lilla 2024.
E la lista è perfino più lunga. I DCA si accompagnano spesso anche ad ansia, depressione e altri sintomi psicologici e psico-somatici, ma a volte passano inosservati. Cosa fare in caso di DCA? Chiedere l’aiuto di un esperto: serve un approccio multidisciplinare per risalire all’origine del disturbo, comprenderlo e affrontarlo al meglio.
Immagine di repertorio da Pixabay