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Giovanna Guaglianone presenta il suo romanzo, “Il Marchese di Scanno”

L’immaginario italiano, nel corso degli anni, è stato popolato da tante figure appartenenti al mondo del giallo: Distretto di Polizia, Rosy Abate, il Commissario Montalbano, l’Ispettore Coliandro, Rocco Schiavone, l’Ispettrice Valeria Ferro e chi più ne ha più ne metta. Tutti agenti al servizio della giustizia con un passato burrascoso e pieni di conflitti interiori, ma non stavolta.

Giovanna Guaglianone

Giovanna Guaglianone, giornalista e pubblicista di origine calabrese con più di 100 articoli pubblicati su “Il giornale di Vicenza”, ha infatti dato vita a un nuovo personaggio, privo di tutte quelle vicissitudini a cui non erano estranei i suoi “colleghi”. Uscirà il 24 giugno il suo nuovo libro: “Il Marchese di Scanno – La prima indagine del Commissario Martini” edito da Absolutely Free Libri, ma andiamo a vedere di cosa si tratta più da vicino.QUI TUTTI I MOTIVI PER ACQUISTARE QUESTO LIBRO

Salve Giovanna, ci parli del suo nuovo romanzo che uscirà tra breve, quando ha iniziato a scriverlo, quel è stata la scintilla ispiratrice che l’ha spinta a iniziare questo percorso?

“Non so dirle di una particolare scintilla ispiratrice, posso solo affermare che ad un certo punto del mio percorso esistenziale mi è venuto spontaneo scrivere di Tano Martini, questo eroe letterario che da tempo era nato e cresciuto dentro la mia mente. Egli si discosta da tutti gli altri suoi omologhi, più o meno famosi, per tutta una serie di motivi che il lettore scoprirà, se avrà la bontà di leggere le sue imprese poliziesche”.

Come mai ha scelto di focalizzarsi proprio sul racconto di un giallo?

“I gialli sono il mio genere preferito, i miei in particolar modo sono molto godibili perché in essi amore e morte si mescolano costantemente, rendendo anche l’aspetto drammatico meno sofferto”.

Conosciamo meglio il protagonista. Se dovesse fornire un identikit del Commissario Martini come sarebbe?

“Tano Martini è giovane, colto, bello, abbiente: ha tutto per amare e godersi la vita. Ma su tutto egli ama la verità, per questo diventa poliziotto. Per lui, la ricerca della verità viene prima di ogni altra cosa. Convinto che non si nasca mostri o assassini, egli va sempre alla ricerca del punto di rottura: quel primum da cui partire per comprendere l’involuzione del reo fino al suo traviamento conclamato”. 

 E il Marchese di Scanno invece?

“Il marchese di Scanno è la prima grossa indagine di questo singolare investigatore. Come emergerà dalla lettura del romanzo, Gaetano Fortini, marchese di Scanno, è vittima degli egoismi paterni e del clima del tempo, personaggio profondamente drammatico che si macchia di colpe gravissime, nella folle speranza di fare del bene. Come tutti i protagonisti negativi delle indagini, condotte da Tano martini, è una grande vittima che, alla fine del suo percorso esistenziale, diventa carnefice”.

Come mai il Commissario Martini, a differenza dei suoi colleghi, appare come un uomo senza alcun tipo di problema?

“Anche Tano Martini ha i suoi problemi in realtà, primo fra tutti l’ossessione per la verità, che spesso lo costringe a dei veri tour de force per arrivare al bandolo della questione, per non essere letteralmente sopraffatto dall’ansia. È questo il suo grande problema”.

Tutta la storia si svolge all’Aquila, nel periodo del terremoto del 2009, come mai ha scelto questo scenario a fare da sfondo?

“Ho iniziato a scrivere ‘Il marchese di Scanno’ nel periodo in cui si ebbe il violento terremoto dell’Aquila. Ho pensato che quella devastazione, che mi aveva coinvolto non poco, potesse essere lo scenario idoneo al dramma del marchese”.

Cosa c’è dietro la scrittura di questo romanzo, cosa si porta da questa esperienza?

“Un’esperienza decisamente arricchente. Scrivere un romanzo è qualcosa che nasce e cresce dentro di noi, a cui diamo il meglio di noi stessi”.

Rossella Azzara