Nuova vita editoriale per Giovanni Verga, uno dei maggiori classici della letteratura italiana, a partire dal prossimo 27 gennaio, data del centenario della scomparsa dell’autore dei “Malavoglia”, grazie alla casa editrice Interlinea e alla Fondazione Verga di Catania, con il sostegno del ministero della Cultura, con nuovi titoli in digitale dell’Edizione Nazionale, reprint e l’annuncio di un progetto sull’epistolario del grande autore siciliano.
Come dichiarato da Gabriella Alfieri, presidente del Comitato per l’Edizione Nazionale delle Opere di Giovanni Verga, “si consegna alla cultura italiana e internazionale un testo definitivo delle opere del grande autore verista con note filologiche che possono servire per nuove letture e interpretazioni, non soltanto per lo studio delle varianti. Le appendici ai volumi rivelano la ricchezza e l’interesse del patrimonio dei manoscritti inediti e degli abbozzi verghiani”.
Per esempio per “I Malavoglia” si va dalla prefazione poi rifiutata agli appunti presi sui personaggi, all’elenco dei famosi proverbi inseriti nel testo, fino a una lunga serie di frammenti vari: un mare di carta e inchiostro in cui naviga il vascello di carta di uno dei capolavori della letteratura italiana contemporanea.
Da fine gennaio sarà poi disponibile in formato digitale il reprint della prima serie di testi commentati di difficilissima reperibilità, con i titoli “Vita dei campi”, “Tigre reale” e “Drammi intimi”, mentre per l’edizione critica nuova va citata la recente pubblicazione di “Dal tuo al mio. Romanzo”, oltre a “Peccatrice” e i classici “Novelle rusticane” e “I Malavoglia”. Di prossima uscita saranno i testi di “Teatro”.
Le opere, che il Comitato per l’Edizione Nazionale ha affidato a studiosi autorevoli e giovani ricercatori, escono con una veste editoriale di prestigio che adotta carte italiane di qualità ed è caratterizzata, per la distribuzione nazionale, da una fascetta editoriale che riproduce, per ogni opera, una lastra fotografica originale dello scrittore siciliano.
Le opere sono disponibili anche in versione digitale per lettura in e-book e su computer, tablet o smartphone.
È stata avviata anche la ricognizione delle lettere edite e inedite ed è già stata pianificata l’edizione critica in più volumi dell’epistolario verghiano.
Giovanni Verga, nato a Catania nel 1840, è il massimo esponente del Verismo, uno dei maggiori scrittori nella storia della letteratura italiana, letto e studiato a scuola. La sua prima formazione romantico-risorgimentale si svolse a Catania, dove, abbandonando gli studi giuridici, decise di dedicarsi esclusivamente alla letteratura.
Trasferitosi a Firenze nel 1865 compose i suoi primi romanzi Una peccatrice e Storia di una Capinera. Successivamente a Milano frequentò l’ambiente degli Scapigliati e in seguito alla scoperta del naturalismo francese maturò la sua svolta decisiva verso il Verismo che sarà segnato dai racconti e dai romanzi di ambiente siciliano come Vita dei campi, 1880; I Malavoglia, 1881; Novelle rusticane, 1883; Mastro don Gesualdo, 1889.
Lo scrittore credette nel progresso ma si interessò ai vinti e ai deboli, con una visione della vita tragicamente pessimistica, in antitesi con l’ottimismo imperante nei suoi tempi. Morì a Catania nel 1922.
In occasione del centenario della morte di Giovanni Verga, Rai Teche ripropone “Mastro Don Gesualdo”, tratto dal romanzo dello scrittore catanese e disponibile da venerdì 21 gennaio su RaiPlay.
È uno degli sceneggiati più amati della storia della televisione italiana e annovera alcuni primati. È stato, infatti, il primo a essere andato in onda (dal 2 gennaio al 6 febbraio 1964) in prima visione sul secondo canale, solitamente destinato alle repliche, e il primo a esser girato su pellicola in esterni, nei luoghi stessi del romanzo.
L’intento di questa scelta era di conferire maggiore carica espressiva al racconto che si discosta dalla narrazione televisiva, fino ad allora d’intento squisitamente pedagogico, per accogliere suggestioni più tipicamente cinematografiche.
Adattamento televisivo e sceneggiatura portano la firma di Ernesto Guida e Giacomo Vaccari, quest’ultimo anche regista della serie.
È proprio Vaccari, prematuramente scomparso in un incidente poco dopo aver terminato il montaggio di questo suo capolavoro, ad aver impresso un’impronta determinante in “Mastro Don Gesualdo”, tanto da essere definito da Aldo Grasso nella sua “Enciclopedia della televisione” “il deus ex machina” dell’opera.
Il regista è l’autore della profonda innovazione stilistica che carica del verismo verghiano anche la sua resa televisiva, facendo ricorso al dialetto e “riproducendo i quadri corali di Verga attraverso il sovrapporsi di voci chiassose”.
Per quanto riguarda il cast, Don Gesualdo è interpretato da Enrico Maria Salerno, Bianca Trao da Lydia Alfonsi, Turi Ferro è il Canonico Lupi. Numerosissime furono le comparse scelte dal regista fra gli abitanti del luogo, quasi una settantina.
In ruoli minori, recitano anche Leo Gullotta, allora poco più che adolescente, e Tuccio Musumeci.