Il giro di vite, previsto dalla legge di Bilancio, ha avuto il via libera dell’Agenzia delle Entrate per diventare definitivamente operativo il 16 maggio scorso.
Il titolare di una partita Iva ritenuta sospetta ora dovrà dimostrare in presenza la solidità imprenditoriale della sua attività.
Chi non supererà l’esame si vedrà cancellare la sua partita Iva oltre ricevere una multa di tremila euro. Se in seguito vorrà riaprire la partita Iva dovrà sottoscrivere una fideiussione bancaria della durata di tre anni per un importo non inferiore a 50.000 euro.
Nel provvedimento dell’Agenzia delle Entrate per avviare i controlli sono stati definiti i criteri, le modalità e i termini per l’analisi del rischio e il controllo delle partite Iva. Alla fine del 2022 erano quasi 5 milioni le partite Iva in funzione.
Più di una partita Iva su dieci sarebbe falsa. L’obiettivo è di arginare il fenomeno a monte, effettuando, prima dell’attribuzione del numero di partita Iva, controlli automatizzati allo scopo di individuare elementi di rischio, oltre a ispezioni fisiche nei negozi e nelle aziende.
Dai dati del Tesoro emerge che circa il 20% delle partite Iva aperte lo scorso anno da una persona fisica appartiene a stranieri, per circa un terzo asiatici. Ma il Covid e gli effetti della guerra in Ucraina hanno fatto crollare dal 2020 in poi il numero di lavoratori autonomi.
Stando all’ultimo Osservatorio sulle partite Iva pubblicato dal ministero dell’Economia, nel primo trimestre di quest’anno sono state aperte 177.725 nuove partite Iva, in calo del 6,4% rispetto allo stesso periodo del 2022. Il 75,1% delle nuove aperture è riconducibile a persone fisiche, il 19,1% a società di capitali, il 3% a società di persone.
Poco meno della metà delle nuove aperture, il 48,9%, è localizzata al nord, il 21,1% al centro e il 29,8% al sud e nelle isole. Per quanto riguarda le persone fisiche, la quota di nuove partite Iva aperte dalle donne ha raggiunto il 40,7%.