Fuori Lagalla e Baglieri, dentro Aricò e Caronia. Il presidente della Regione Nello Musumeci sa perfettamente che quello che sta per iniziare, il 2022, è un anno dove chi vince prende tutto, sia Palermo quanto alla Regione, dove sarà ricandidato, e sa anche che la sua squadra di assessori alla Regione, per la volata finale del mandato, ha bisogno di qualche aggiustamento. E secondo voci di corridoio, ci sarà presto. Molto presto. Tanto che sono usciti i nomi e anche gli lascerà la squadra.
Innanzitutto, Marianna Caronia, che dovrebbe prendere il posto all’assessorato alla Formazione e all’Istruzione di Roberto Lagalla.
Un nome forte, fortissimo, quello dell’ex vicesindaco di Palermo, ora in quota Lega (particolare non certo marginale), e che è stata la più votata al consiglio comunale del capoluogo siciliano e questo avvicendamento è anche nell’ottica del rafforzamento del Centrodestra per le comunali.
In più, a Caronia è essenziale per la questione delle quote rosa, ed in più è la maggiore sostenitrice della norma che obbliga dalla prossima legislatura ad almeno 4 donne in giunta. Un mix di cose, dunque, che giocano in favore di una donna tra le più esperte della politica siciliana e da tempo con un peso non indifferente, dentro e fuori dai palazzi, non solo siciliani.
E Lagalla? Con ogni probabilità sarà lui il candidato sindaco a Palermo del centrodestra, anche se siamo ancora in fase embrionale. Come la maggior parte dei nomi, che sono tanti ma molti non sono spendibili. Quello dell’assessore attualmente in carica, però, lo è, eccome. La conferma, poco prima di Natale.
Alessandro Aricò, attuale capogruppo di Diventerà Bellissima, non ha bisogno di presentazioni. E’ uno dei bracci armati del presidente Musumeci, uno degli uomini di massima fiducia, e per questo (oltre, ovviamente, per le sue capacità) lo vuole premiare con un giro nella giostra degli assessori. Dovrebbe essere lui a prendere il posto dell’assessore all’energia, Daniela Baglieri, in quota Udc. Mossa, questa, anche con un occhiolino alla Lega: in questo modo il sacrificio dei centristi sarebbe in previsione delle due elezioni.