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Prezzolini e le dure verità che la storia ci ha insegnato

“Questo libro è esile ma molto profondo. È la più limpida e coraggiosa spiegazione di Caporetto ma è anche una chiave di lettura applicabile a tante altre vicende italiane”. Con queste parole, l’economista Marco Vitale descrive “Dopo Caporetto” e “Vittorio Veneto” (Prefazione di Emilio Gentile, Edizioni di Storia e Letteratura, 12 euro) due reportages di guerra che Giuseppe Prezzolini concepì, scrisse e pubblicò immediatamene dopo le due battaglie.

“L’Italia, dopo Caporetto, volle sapere che cosa era; non volle più consolanti menzogne ma dure verità”, scrive l’autore che aveva 33 anni quando scrisse la prima parte (Caporetto), arruolato come volontario. Una condizione, la sua, che gli permise di constatare l’impreparazione degli alti comandi militari e di chi aveva sostenuto il conflitto.“Vittorio Veneto – scrive ancora Prezzolini – è una ritirata che abbiamo disolrdinato e confuso: non una battaglia che abbiamo vinto”.

La lettura che ci offre di questi due avvenimenti storici offre interessanti spunti di riflessione: “Senza paradossi si può dire che Caporetto ci ha fatto del bene e Vittorio Veneto del male; che Caporetto ci ha innalzati e Vittorio Veneto ci ha abbassati”.