“L’andamento della giurisdizione civile e penale è stato, anche nel Distretto di Catania fortemente condizionato dalla nota emergenza sanitaria nazionale, con il suo indispensabile corollario di provvedimenti legislativi, regolamentari e amministrativi volti a fronteggiare l’epidemia da covid-19, e in particolare con la normativa primaria che ha disposto la stasi pressoché totale dell’attività giudiziaria, con il rinvio delle udienze dal nove marzo fino all’undici maggio 2020 e la sospensione dei corrispondenti termini processuali”.
Lo ha detto, inaugurando l’Anno Giudiziario 2021, la presidente facente funzione della Corte d’Appello di Catania, Domenica Motta.
Anche per questo, ha sottolineato la Presidente, “gli applicativi ministeriali e i sistemi informatici già in uso sono stati implementati e adattati per sopperire alle straordinarie esigenze derivate dall’applicazione della normativa emergenziale”.
“E’ stato inoltre fatto – ha aggiunto – un ampio utilizzo della nuova piattaforma Microsoft Teams per tenere camere di consiglio, riunioni organizzative, incontri di formazione, udienze di convalida di arresto e altro ancora”.
“In tutto il Distretto – ha osservato – si è fatto larghissimo uso delle udienze a trattazione scritta, mentre non sono state celebrate udienze civili mediante collegamenti da remoto, nonostante siano state fatte numerose simulazioni con gli appartenenti al Foro e il personale, che tuttavia non ha potuto avere accesso ai registri d’ufficio dalle proprie abitazioni”.
Preoccupazione per le carenze di organico
“Anche quest’anno – ha poi aggiunto – non può trascurarsi di rappresentare le remore che al buon andamento della giurisdizione derivano dalle limitazioni organizzative imposte dai vuoti d’organico del personale di magistratura che, in misura maggiore o minore, continuano ad affliggere gli uffici del distretto, e in particolare quelli di primo grado”.
“Tali scoperture – ha sottolineato – si attestano su una percentuale media dell’11,11% per gli uffici giudicanti e dell’8,42% per gli uffici requirenti, dati questi che, pur inferiori alla media nazionale e in parte migliori dello scorso anno, danno comunque motivi di grande preoccupazione in un distretto caratterizzato dalla presenza di numerose e agguerrite organizzazioni mafiose e dal tuttora presente fenomeno della tratta dei migranti dalle coste nordafricane”.
“I presidenti dei tribunali periferici – ha affermato Domenica Motta – continuano a lamentare le difficoltà gestionali derivanti dal frequente avvicendamento dei magistrati, in genere di prima nomina, e dai non brevi tempi di copertura delle relative posizioni vacanti. Gravi dappertutto, come si ripete ormai da anni, sono le carenze d’organico del personale amministrativo, soprattutto a motivo del continuo pensionamento dei dipendenti. Il Tribunale di Catania ha lamentato che, a fronte di un organico che assomma a 344 unità, già peraltro giudicato insufficiente dai suoi dirigenti, si registrano vacanze in quasi tutti i profili professionali, per un totale di 92 unità. E la Procura Generale della Repubblica di Catania denuncia, ancora, una scopertura del 42%”.
Disastrosa la situazione logistica
La presidente Motta ha poi rimarcato come sia “rimasta immutata la disastrosa situazione logistica degli uffici giudiziari catanesi, insufficiente nelle strutture e dispersa sul territorio cittadino, con conseguenze pesantemente negative sul regolare e dignitoso esercizio della giurisdizione, sui costi per la finanza pubblica e sulla qualità del servizio offerto agli utenti”.
“L’emergenza sanitaria tuttora in corso – ha aggiunto – ha chiaramente esasperato il problema, determinando difficolta’ (e in alcuni casi impossibilità) di assicurare il rispetto della prescritta regola del distanziamento sociale. Particolarmente gravi sono le condizioni in cui magistrati, personale amministrativo e avvocati, oltre che i cittadini costretti ad accedere agli uffici, operano nella sede di via Francesco Crispi, utilizzata dal Tribunale e dalla Procura della Repubblica, nonché presso le sedi del Tribunale per i Minorenni e della corrispondente Procura della Repubblica, del Tribunale di Sorveglianza e dell’Ufficio del Giudice di Pace di Catania”.
“Quanto alle risorse materiali e agli strumenti informatici a disposizione degli uffici – ha osservato – ne viene in genere lamentata l’insufficienza tanto per i magistrati quanto per il personale di cancelleria, sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo”.
Cresce il ruolo delle donne nei gruppi criminali
Tra le note sull’andamento della criminalità la Presidente ha sottolineato che “Non si sono registrati mutamenti di rilievo nelle strutture criminali operanti nel distretto di Catania: nonostante la loro decimazione a seguito dei numerosi provvedimenti restrittivi, i clan mantengono una composizione numerica pressoché inalterata stante il continuo ingresso di nuova manovalanza criminale, proveniente dalle sacche di emarginazione e sottosviluppo radicate nelle periferie degradate, mai rimosse ed anzi in via di aggravamento per la perdurante crisi economica e le conseguenti difficoltà occupazionali”.
“Nel nuovo organigramma delle consorterie – ha aggiunto poi – le donne rivestono un ruolo sempre più significativo, anche di responsabilità e dirigenza. Le modalità operative dei vari gruppi continuano ad essere improntate ad una sostanziale non belligeranza con gli altri gruppi mafiosi, dettata da logiche spartitorie e consonanze affaristiche; rari sono stati, invece, gli episodi di aperta conflittualità. Esse hanno riguardato soprattutto la gestione delle piazze di spaccio”.