Gli esami non finiscono mai diceva il grande Eduardo. Così avrà pensato Alfredo Mantovano, ex magistrato ed attualmente sottosegretario erga omnes della Premier. E per questo ha proposto al Guardasigilli di pensare a far fare dei test psico attitudinali per l’ingresso in magistratura. La proposta viene subito bocciata dalla ANM l, il sindacato dei giudici, con la frase “li voleva Licio Gelli”. Anche Hitler voleva le Olimpiadi a Berlino, ma non ci sembra che siano poi state abolite per questo.
I test li fanno altre componenti dello Stato, dai poliziotti agli ufficiali dell’esercito, li facevano, mi consta personalmente, pure quelli di completamento. Perché? Perché si riteneva, e si ritiene ancora, che fossero compiti delicati e complessi in ordine alle conseguenze, pertanto deve essere chiaro che non ci siano dei problemini personali che possano causare danni a cose e persone. Il mestiere del magistrato incide profondamente sulla vita e sulle cose delle persone, ma si vuole esentato da responsabilità e attitudini, tranne quella della vittoria di concorso, un’unica prova che ti fa assurgere ad una specie di Olimpo, per cui ci si sente automaticamente, ontologicamente, predestinati. E come se Sinner che ha vinto la Davis contro Djokovic, decisamente più difficile di un concorso pubblico, non si mettesse più in gioco. Passerebbe da n.4 all’ultimo posto in pochi anni. C’è un profondo senso di Casta, di Untouchables, che nulla a che fare con le prerogative costituzionali. Un Filippo Turetta molto studioso forse vinceva il concorso in magistratura, ma non per questo poteva fare il magistrato. Questa cosa di una prova unica che fa finire ogni esame, ogni verifica, è un’anomalia solo italiana, nella sua concezione burocratica di altissima referenzialità. Un Concorsum ergo sum da illuminismo distorto, sono un cittadino rivoluzionario pertanto ghigliottina come mi pare. Un chirurgo matto o depresso può operare?
Questo dibattito avviene perché la magistratura di oggi non è quella dei tempi di Falcone, Borsellino, Rocco Chinnici. Ci sono magistrati sotto inchiesta per corruzione, peculato, molestie sessuali, per associazione a delinquere ed altri reati. Ci sono magistrati che si denunciano tra loro, alcuni accusati di abuso di potere su amanti. I magistrati sono uomini come noi, come tutti, un concorso non li porta né ul Monte Olimpo né nel Paradiso delle toghe. Sono persone che devono fare con moltissima coscienza il loro dovere, non il loro potere discendente non da nascita ma da concorso. Poi c’è l’intervista di Crosetto, il quale abilmente colpisce in anticipo, parla di riunioni di magistrati per fermare il governo, già Palamara lo aveva confessato, nulla di nuovo sotto il sole e nulla di stupefacente, tranne per le prove. Se ci sono queste vanno denunciate, perché si tratta di un grave reato, attacco ad organi costituzionali, presso gli organi competenti. Quali? La magistratura of course. Perché se si va in Antimafia si traduce in magistratura mafiosa, un nuovo modello associativo. Non il massimo per la credibilità delle Istituzioni.
Cosi è se vi pare