Approvata la Nadef ovvero la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza.
Spazio anche al decreto per la riorganizzazione dei dicasteri.
Slitta, alla prossima settimana, il provvedimento con gli aiuti per il caro bollette.
“Da gennaio prevediamo fino a due miliardi di metri cubi di gas a prezzi calmierati, che dovrebbero coprire buona parte delle nostre esigenze. Abbiamo voluto approvare un’altra misura che riguarda il tema dell’energia, liberare alcune estrazioni di gas italiano favorendo e ampliando concessioni in essere o nuove concessioni – ha spiegato il premier – chiedendo ai concessionari di mettere a disposizione in cambio, da subito, da gennaio, tra 1 miliardo e 2 miliardi di metri cubi di gas da destinare ad aziende energivore a prezzi calmierati”. La misura – ancora Giorgia Meloni – “riguarda per i primi due anni il 75% del gas potenziale che si potrà estrarre”.
“‘Il 24 novembre ci sarà un nuovo consiglio dei ministri dell’Energia, abbiamo molto acceso i riflettori per dare risposte concrete, il prezzo del gas sta scendendo, anche per la presa in carico della Ue della materia, ma dobbiamo dare segnali seri e concreti”.
Il Cdm era stato “prioritariamente convocato per l’approvazione della Nadef, riusciamo per il 2022 a liberare circa 9,5 mld che la prossima settimana, che vorremo utilizzare sul caro energia”. Così il premier Giorgia Meloni, nella conferenza stampa al termine del consiglio dei ministri.
“Faccio – ha aggiunto – appello al parlamento che approvi il testo al più presto”. “Per il 2023 immaginiamo indebitamento al 4,3% che poi va a a scendere, così liberiamo 22 o 23 miliardi che ugualmente destiniamo in via esclusiva al caro energia”, spiega la premier. “Sono oltre 30 miliardi di euro fino a fine 2023 per far fronte a crisi energetica”.
Le misure adottate sull’energia non sono “solo sul piano emergenziale, non solo sul caro bollette, ma anche per permettere di essere questa nazione indipendente e autonoma”- dichiara la premier Meloni.
Cosa è la Nadef? Si tratta dello strumento che consente di aggiornare le previsioni economiche e di finanza pubblica in relazione alla maggiore stabilità e affidabilità delle informazioni disponibili sull’andamento del quadro macroeconomico, relativamente al primo e secondo trimestre dell’anno, rispetto a quelle utilizzate per il Def.
La Nadef permette di aggiornare gli obiettivi programmatici, anche “in considerazione delle eventuali raccomandazioni approvate dal Consiglio dell’Unione europea sul Patto di stabilità, o la loro articolazione, anche sulla base delle intese raggiunte con la Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica”.
Secondo quanto si apprende, nella Nadef il Pil 2023 verrebbe confermato al +0,6% (lo stesso dato indicato dal precedente governo). Una stima dunque cauta, nonostante la crescita superiore alle attese (+0,5%) del terzo trimestre di quest’anno.
Per quanto riguarda, invece, l’indebitamento netto l’asticella verrebbe portata al 4,5% del Pil: considerato che la stima tendenziale è al 3,4%. Risorse in deficit che saranno la base di partenza della manovra, vero banco di prova del Governo, che ha davanti meno di due mesi per approvarla, pena l’esercizio provvisorio.