Politica

Miccichè: si va a votare sicuro, dipende dal Capo dello Stato

“Si va a votare sicuro. Dipende solo dal presidente della Repubblica. Bisogna vedere se questo governo è veramente nelle condizioni di fare la finanziaria, ma non ne sono certo”.

Lo ha detto il presidente dell’Assemblea regionale siciliana e commissario di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè conversando con i cronisti a Palazzo dei Normanni.

“E’ probabile – ha aggiunto – che si vada a votare presto e il nuovo governo dovrà assumersi la responsabilità di fare questa finanziaria folle. Ovviamente è tutto scoperto quello che loro avevano finanziato”.

Micciché ha anche sottolineato che, in caso di nuove elezioni, ” Forza Italia è prontissima”.

“Non temo – ha aggiunto – il boom di Salvini: decide la gente”.

Il presidente dell’Ars, che commentando il Caso Diciotti aveva qualche tempo fa definito il capo della Lega Nord e ministro dell’Interno “uno stronzo”, ha continuato ad attaccare i leghisti anche per le topiche da questi ultimi presi con la Sicilia, come il recente taglio delle quote del tonno rosso che hanno portato alla mancata apertura della Tonnara di Favignana da parte dell’imprenditore trapanese Nino Castiglione.

“Vorrei che fosse chiaro – ha precisato, parlando degli esponenti della Lega Nord e di chi li ha votati – che quando dico ‘li ammazzerei a uno a uno’ non vado a cercarli a uno a uno per sparargli. Che siano dei buzzurri lo penso assolutamente, ma questo non è violento”.

Intanto, da un’indagine dell’Istituto Cattaneo, si apprende che,
nonostante il Movimento 5 Stelle abbia perso un milione di voti rispetto alle precedenti europee e sei rispetto alle politiche 2018 e nonostante il crollo sia stato più marcato nelle regioni del sud dove l’anno scorso aveva raggiunto percentuali altissime, cresce il processo di “meridionalizzazione” del suo elettorato.

Il Cattaneo osserva che il M5s ha perso voti soprattutto a favore di due scelte: l’astensione (soprattutto al sud) e il voto alla Lega, in particolare al nord.

“L’alleanza con Salvini – dicono Cecilia Biancalana e Pasquale Colloca che hanno curato la ricerca – non ha giovato al M5s che è sembrato a tratti schiacciato sule posizioni della Lega e gli elettori, soprattutto al Nord, hanno preferito l’originale alla copia”.