PALERMO – Centrodestra in Sicilia a un passo dalla rottura, almeno secondo voci di corridoio che circolano a Palazzo dei Normanni.
Ai componenti della Lega non sarebbe andata giù la polemica nata dai milioni stanziati per il festival di Cannes dall’assessore regionale al Turismo Francesco Scarpinato, in quota Fratelli d’Italia e vicino al ministro Lollobrigida.
Pare che il partito di Salvini abbia dato l’ultimatum: questa sarà l’ultima volta che verrà tollerata una azione non condivisa. Tra due partiti a così forte vocazione identitaria si pone al centro Forza Italia, guidata dal governatore Renato Schifani, che si sta impegnando anima e corpo per mediare e mantenere unita la coalizione, sapendo bene a quali rischi andrebbe incontro nel caso in cui Lega e FdI rompessero l’alleanza.
A minare ulteriormente la stabilità del centrodestra ci si mette Granfranco Miccichè che, irritato per essere stato messo da parte dal presidente della Regione, non perde occasione per gettare benzina sul fuoco, deciso a far saltare il banco.
In una recente intervista rilasciata ad un quotidiano nazionale, Miccichè, che ormai non possiede più nemmeno un gruppo all’Ars, ha detto di non avere più alcun vincolo di lealtà. “Quello che mi hanno fatto non ha eguali nella storia politica di questa Regione – prosegue Miccichè – Mi hanno tolto tutto e ci sono riusciti, chi ha un potere enorme come quello di un presidente della Regione può farlo”.
Sulla storia di Cannes ha poi aggiunto: “Non farò passare un giorno d’Aula finché Schifani non verrà a dirci se ha detto la verità. Se ha mentito deve dimettersi”.
Il vicepresidente della Camera e deputato siciliano di Forza Italia, Giorgio Mulè, si dice comunque sicuro che si tratti di una frattura che si può ricomporre: “L’unica cosa di cui ha bisogno la Sicilia è essere governata dando l’idea concreta di un cambio rispetto ai vecchi tempi – ha detto – la litigiosità determina solo una disaffezione dei cittadini nei confronti della politica”.
I partiti di opposizione non si fanno invece scappare l’occasione di far apparire debole e litigiosa la maggioranza che sostiene il governatore siciliano Schifani e chiede il ritiro della delega a Scarpinato: “La revoca del provvedimento che impegna 3,7 milioni di euro per la partecipazione della Sicilia al Festival di Cannes non può bastare – ha detto il deputato regionale del Pd all’Ars Nello Dipasquale – Il governatore Schifani allontani ogni possibile ombra sulla gestione di quei fondi per il futuro: soltanto così potrà dire di avere fatto chiarezza e di avere assunto le necessarie decisioni a tutela dei siciliani, altrimenti la sua sarà soltanto propaganda poco utile. Schifani si liberi dalla sudditanza rispetto a Fratelli d’Italia e dimostri autonomia decisionale”.
Fabrizio Ferrandelli, membro della segreteria nazionale di Azione di Carlo Calenda parla di teatrino dei litigi: “La luna di miele si sa, dura poco – critica – Ma quella del governo regionale con le forze politiche che lo hanno indicato pare non essere mai iniziata. A 66 giorni dal suo insediamento il governo a guida Schifani sembra essere interessato più alle dinamiche interne ai partiti della sua maggioranza che alle reali esigenze dei siciliani. Non si capisce come sia possibile assistere a certi teatrini inverosimili – aggiunge – Il commissario di Forza Italia che chiede (già) le dimissioni del presidente che fa parte del suo stesso partito e il presidente che sembra essere più impegnato a dirimere le liti fra le fazioni della sua maggioranza piuttosto che guardare alle tante cose da fare per la nostra terra”.