Non è passato un anno da quando tutti i giornaloni in coro ripetevano: anche questa volta l’Europa non c’è! mentre pseudo economisti, emersi al seguito di politici influenti e disastrosi, spiegavano che potevamo e dovevamo uscire dall’euro e ciò avrebbe risolto tutti i nostri problemi.
Questi autentici mentecatti spingevano per una Italiaexit, scimmiottando la Brexit, un’azione che se è stata dura ma comprensibile per l’Inghilterra, ma sarebbe stata una catastrofe per noi, privi del retaggio di ex grande potenza che ha l’Inghilterra. Il 15 maggio 1845, un grande lombardo, Carlo Cattaneo, iniziò la sua prima relazione nella veste di Relatore della Società d’Incoraggiamento Arti e Mestieri di Milano con queste parole: “Noi dobbiamo domandarci ogni anno quale luogo è il nostro in quella grande famiglia europea” .
Da De Gasperi, a Einaudi a Spinelli, quanti grandi leader politici italiani hanno cercato di dare una risposa positiva alla domanda che poneva Carlo Cattaneo. E che sofferenza è stato vedere che questa grande tradizione di italiani che tanto hanno contribuito al processo di integrazione europea ed alle sue basi culturali, umiliata da dei nanerottoli ( in senso intellettuale e non fisico) ignoranti e irresponsabili che però, e qui sta il problema, godevano e ancora godono di un ampio consenso elettorale. Diciamocelo chiaro: eravamo a cinque minuti dalla mezzanotte. I nanerottoli con la sponda antieuropea dell’America di Trump stavano per vincere. Poi è arrivato il Covid-19 e in pochi mesi tutto è cambiato. Il Covid 19 ci ha salvati.
I nanerottoli sono stati spinti da parte dalla paura, il popolo italiano – dopo un periodo iniziale di sbandamento – ha ritrovato un’antica solidarietà, una rinnovata voglia di battersi, ha riscoperto energie e capacità di fare sorprendenti e che sono state apprezzate in Europa e oltre, sono emersi (come capita sempre dopo le grandi catastrofi, tipo guerre e pandemie) nuovi politici, come Conte, al quale dobbiamo grande riconoscenza, che ha saputo ritessere la tela che ci lega all’Europa, riconquistare per il nostro Paese, una posizione dignitosa e meritata “in quella grande famiglia europea” della quale parlava Cattaneo.
Nel frattempo, il Covid-19 determinava altri potenziali mutamenti nel resto d’Europa e soprattutto in Germania. Questa grande democrazia e questa potente economia guidate da una grande donna come Frau Merkel, ha, finalmente, assunto la leadership alla quale da tempo la storia la chiamava. Si sono così messi in moto mutamenti culturali, politici, economici, operativi, coraggiosi e di grande portata che hanno dato al processo di solidarietà e integrazione europea una accelerazione potente.
Per la prima volta l’Unione ha lanciato un grande piano comune di rilancio, finanziato sul mercato internazionale con emissione di titoli europei, di titoli propri, come da anni, invano, auspicavano i più lungimiranti cittadini europei. Senza l’aiuto di Covid-19 non sarebbe successo. Nel frattempo, tanti puerili pregiudizi, che stavano rinascendo tra i nostri popoli, alimentati anche dai nanerottoli ignoranti di altri paesi, non essendo certo questa una esclusiva italiana, sono stati spazzati via da una grande ventata di salubre tramontana.
Grazie Covid-19.