Il disegno di legge sul Green pass Italia approda oggi in Senato dopo l’approvazione della scorsa settimana alla Camera e lo slittamento di 24 ore della discussione prevista per ieri in Aula a Palazzo Madama.
Ben 103 gli emendamenti presentati sul ddl.
Forte opposizione da parte di Fratelli d’Italia, con Giorgia Meloni la quale ha detto di temere che si tratti di una “introduzione surrettizia dell’obbligo di vaccino”.
E mentre si discute sull’estensione del Green pass a tutti i lavoratori, la cabina di regia sul tema non è stata ancora convocata, idem il Consiglio dei ministri. Anche se la previsione è che il Cdm sarà convocato per domani per l’estensione del certificato verde ai dipendenti pubblici, mentre per i privati e la riforma del fisco l’esecutivo potrebbe prendersi più tempo, anche per via dell’ostruzionismo di Matteo Salvini su entrambi i fronti.
Se dunque il passaporto vaccinale sarà reso indispensabile per i dipendenti della pubblica amministrazione, c’è anche chi spera in un intervento di più ampio spettro già oggi – al più tardi arriverà la settimana prossima – e che tocchi anche i lavoratori del comparto privato.
Ieri sera il premier Mario Draghi, con buona pace di Salvini, ha dettato la linea: “Le cose vanno fatte perché si devono fare, non per un risultato immediato”, ha detto a Bologna, citando Beniamino Andreatta.
Per questo è necessario “dire molti no e pochi sì per evitare che tutto sia travolto dall’irresponsabilità”, ha aggiunto.
E tra le cose da fare, secondo il Premier, c’è quella di garantire libertà e sicurezza compatibilmente con la pandemia.
Ma resta ondivaga, come detto, la posizione del capo del Carroccio, che cerca di inseguire la Meloni racimolando consensi a destra. Con scarsi risultati a giudicare dai sondaggi.
“Prima di dire se sono d’accordo o non sono d’accordo voglio capire di cosa si sta parlando”, ha detto ieri sera a Cartabianca, su Raitre, Matteo Salvini, che sulla vicenda cerca di rallentare e chiede “equilibrio e buon senso”.
Ma appare in difficoltà, anche perché le voci sui dissidi interni alla Lega continuano a rincorrersi.
Tanto che Massimiliano Fedriga, leghista, presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni è stato costretto a smentirle.
“Ho letto – ha detto ieri a Stasera Italia, su Rete 4 – delle ricostruzioni fantasiosissime di chat di governatori, che io governavo, dove ci sarebbero strategie. Non esiste alcuna chat di questo tipo, abbiamo una chat per dirci quando fare le riunioni”.
Fedriga ha poi assicurato che “la Lega è unita”.