L’Italia supera anche la prova del primo lunedì del Green pass obbligatorio, dopo il debutto di venerdì scorso. Nessun incidente, né ripercussioni di rilievo sull’operatività di uffici, aziende e servizi.
Assalto alle farmacie per i tamponi e continuano a salire i pass scaricati: ben 437mila (nelle precedenti domeniche erano stati 150mila) ed il totale delle certificazioni emesse ha superato quota 101 milioni sui circa 600 milioni rilasciati nell’Ue.
Green Pass obbligatorio sul lavoro e possibilità di fare tamponi rapidi anche nei giorni di chiusura delle farmacie. “La Federazione degli Ordini dei farmacisti propone che le farmacie, su base volontaria e previa autorizzazione dell’Asl competente, possano operare anche durante gli orari e le giornate di chiusura esclusivamente per l’esecuzione dei tamponi antigenici rapidi” annuncia in una nota la Fofi, la Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani.
“In questo modo sarebbe possibile ampliare ulteriormente l’offerta ai cittadini non vaccinati ed eseguire un numero maggiore di test, senza creare difficoltà al normale svolgimento del servizio farmaceutico”.
Il generale Francesco Figliuolo segnala anche “il rialzo delle prime dosi di vaccino consolidato il 15 ottobre. Ora vedremo se questo trend diventa strutturale”; ma, sottolinea, le misure potranno essere allentate solo quando sarà raggiunto il 90% della popolazione vaccinata: attualmente si è al 74% (l’81% considerando gli over 12).
Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, da parte sua, riconosce che il green pass “era l’unico modo per mettere in sicurezza i luoghi di lavoro, ed è l’unico strumento che abbiamo se vogliamo proseguire su questa strada”. Senatori M5s hanno presentato oggi un pacchetto di emendamenti per chiedere di portare a 5 euro il costo dei tamponi rapidi necessari per svolgere l’attività lavorativa pubblica e privata e di esentare dall’obbligo di esibire il Green pass chi si trova in lavoro agile o telelavoro e chi lavora all’aperto o in modo del tutto individuale.
Per il ministro degli Affari regionali, Mariastella Gelmini, l’obbligo “è appena entrato in vigore, ha dato i suoi effetti e credo che sia presto per modificarlo: per noi oggi è fondamentale raggiungere il 90% dell’immunizzazione. E abbiamo fatto la scelta di vaccinarci per tornare a vivere. La strada è quella dei vaccini”.
Nuove faq sono state nel frattempo pubblicate dalla presidenza del Consiglio per precisare che:
La ricognizione del Dipartimento della Funzione pubblica su un campione di amministrazioni – ministeri, agenzie, Regioni, enti locali, università, ospedali e Asl – ha segnalato un inizio di settimana regolare per la Pubblica amministrazione per quanto riguarda gli accessi con il green pass e il ritorno in presenza dei dipendenti pubblici.
Sul fronte delle aziende Bonomi ha riconosciuto al Governo “di aver assunto un ruolo molto serio: ha tenuto duro rispetto a una minoranza che soffiava sul fuoco. In questo quadro rivendico con altrettanto orgoglio che c’è stato un solo corpo intermedio in Italia che ha tenuto la barra dritta e non si è tirato indietro. Sappiamo che i problemi ci sono ma le soluzioni si trovano con il confronto”.
Dall’entrata in vigore del Green pass obbligatorio per tutti i lavoratori, scattata venerdì 15 ottobre, sono aumentati i certificati di malattia. Per la giornata di lunedì 18 ottobre (fino alle 17) l’Inps ha ricevuto 152.780 certificati, da mettere in relazione con quelli risultanti alle 17 di lunedì 11 ottobre, pari a 133.270. L’incremento tra gli insiemi omogenei, fa sapere l’Istituto, è pari al 14,6%.
L’effetto obbligo, per ora, si fa sentire sulla richiesta di tamponi con conseguenti file davanti alle farmacie in tutta Italia.
Per il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, con 3,8 milioni di lavoratori senza vaccino anti Covid “non è possibile soddisfare la domanda dei tamponi, nonostante lo sforzo enorme delle farmacie. E’ evidente che senza un adeguato potenziamento, non si è in grado di garantire questo servizio“.