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Green pass solo dopo la seconda dose di vaccino, l’eccezione J&J

Green pass solo dopo la seconda dose di vaccino, tranne nel caso di johnson & johnson, che essendo monodose dà il “lasciapassare” dopo solo 72 ore. E in Sicilia di J&J ce n’è “a sufficienza”, come sottolinea il commissario straordinario di Palermo Renato Costa.

Il premier Mario Draghi ha di fatto “anticipato” il pass vaccinale, inserito del decreto, consentirà di spostarsi “da una Regione all’altra anche se si tratta di zone rosse o arancioni”, spiega Palazzo Chigi.

I REQUISITI

Ecco i requisiti per ottenere il pass, che potrà essere rilasciato anche dal medico di famiglia, sono illustrati: Può avere il certificato verde:

  • chi ha completato il ciclo di vaccinazione (dura sei mesi dal termine del ciclo prescritto).
  • Chi si è ammalato di covid ed è guarito (dura sei mesi dal certificato di guarigione).
  • Chi ha effettuato test molecolare o test rapido con esito negativo (dura 48 ore dalla data del test).

Quindi, il lasciapassare spetterà a chi è stato vaccinato e a chi può esibire un tampone molecolare negativo realizzato entro le 48 ore precedenti allo spostamento. Il pass è necessario anche per i minori. Sono esentati i bambini di età inferiore ai due anni.

I VIAGGI E I GIOVANI

Il problema ora è per quanto riguarda i giovani, per i viaggi almeno (non solo). La fascia sotto i 50 anni, quella che viaggia di più, tranne casi di fragilità o lavoro o altro non è stata ancora “toccata” dai vaccini, e sicuramente non è partita quella di massa.

Non solo: chi si vaccina ora con AstraZeneca deve aspettare 3 mesi per la seconda dose, dunque per avere il pass verde in questo modo se ne parla minimo ad agosto. Per non parlare a chi toccherà a giugno o luglio o più avanti, e non saranno pochi. “Noi vogliamo vaccinare al più presto i giovani siciliani anche per questo motivo”, ha ribadito Costa.

IL GREEN PASS IN EUROPA

Il sistema europeo che produrrà i ‘Certificati Verdi Digitali’ (Green Pass) validi in tutta l’Ue sarà “tecnicamente operativo” il primo giugno prossimo, come ha spiegato recentemente un alto funzionario Ue. L’attuazione pratica del certificato dipenderà dai negoziati tra Parlamento Europeo e Consiglio, ma l’obiettivo è di concluderli e di avere il regolamento in vigore entro “fine giugno”. A quel punto, una volta adottato il regolamento, il Green Pass non sarà “un optional”, bensì “un diritto” di ogni cittadino dell’Ue, per legge.

Un primo grande gruppo di Paesi (Francia, Malta, Olanda, Lussemburgo, Estonia, Svezia, Croazia, Bulgaria, Spagna, Italia, Lituania, Germania, Repubblica Ceca, Austria, Islanda e Grecia) inizierà la fase di test “verso il 10 maggio”.

Un secondo gruppo (Lettonia, Romania, Cipro, Irlanda, Portogallo, Polonia, Danimarca e Slovenia) avvierà i test “verso fine maggio”, mentre altri cinque (Ungheria, Belgio, Norvegia, Liechtenstein e Slovacchia) hanno deciso di non partecipare ai test e di connettersi alla piattaforma direttamente in fase di attuazione.

Il certificato attesterà, attraverso una app dotata di codice Qr oppure in formato cartaceo, l’avvenuta vaccinazione contro la Covid-19 e il numero di dosi ricevuto, l’avvenuta guarigione dalla Covid nei precedenti sei mesi e la presenza dei relativi anticorpi (mediante test) oppure l’esito negativo di un tampone, Pcr o rapido (i dettagli tecnici su questo verrano negoziati dai colegislatori). Starà ad ogni Stato membro, poi, stabilire i requisiti di ingresso nel proprio territorio: si tratta di competenze esclusivamente nazionali e l’Ue non può imporre nulla in questo campo. Può solo raccomandare.