Guardia di Finanza sempre al lavoro e attenta alla formazione, per svolgere al meglio il proprio delicato lavoro di controllo sul territorio. Intervistati dal direttore Carlo Alberto Tregua e dal vice presidente Filippo Anastasi, Rosario Lorusso e Riccardo Rapanotti, rispettivamente Comandante Italia Sud-Occidentale e Comandante regionale Sicilia della Guardia di Finanza, rispondono alle domande del QdS.
Lorusso: “Il nostro punto cardine è la formazione di base del personale, poiché tutti i nostri ufficiali escono laureati dopo cinque anni di studi in Giurisprudenza, con gli ultimi tre anni composti da materie di carattere professionale e da vari approfondimenti. Una grande novità rispetto a decenni prima, quando si usciva dall’Accademia con studi non ancora riconosciuti come laurea, pur essendo un percorso di studi che fondeva Giurisprudenza ed Economia e Commercio. Era un percorso precursore delle successive riforme universitarie. Oggi, i corsi universitari si sono quasi uniformati a questo modello. Un altro punto cardine è la formazione post-universitaria svolta dalla Scuola di Polizia Economico-Finanziaria che è un centro di eccellenza per gli ufficiali di Polizia di molti Stati e che è l’organo preposto all’aggiornamento e alla specializzazione. Perciò, eroga continuamente corsi on line e in presenza. Del resto, è stato presentato un libro bianco con cinquantasette progetti di miglioramento, tra cui l’assunzione di figure specialistiche come ingegneri informatici”.
Rapanotti: “Esiste anche a livello regionale un Centro di addestramento affidato di solito a un colonello che gestisce tutta la parte formativa sia dei percorsi indicati dal Comando generale sia di corsi regionali per esigenze specifiche. Ci sono centri in tutte le regioni con rapporti con l’Università e con scambio di docenti anche con altre istituzioni”.
Rapanotti: “Abbiamo accesso a circa 140 banche dati e abbiamo un servizio di informatica centralizzato molto evoluto e gestito da personale specializzato. Con questi accessi, possiamo controllare e incrociare dati da provenienze diverse. Inoltre, negli ultimi anni è stato realizzato un progetto, denominato Dorsale informatica, che estrapola da tutte le banche dati collegate tutte le informazioni riguardanti un determinato soggetto sia fisico sia giuridico. È un sistema molto importante di analisi investigativa”.
Avete un accesso diretto anche ai dati delle banche?
Rapanotti: “No, per accedere ai dati contenuti nei server delle banche per accertamenti finanziari o bancari, deve essere fatta una richiesta specifica alle banche stesse. Esiste un sistema di segnalazione di operazioni sospette che la Banca d’Italia rileva e che comunica ai nostri uffici per gli approfondimenti investigativi di carattere amministrativo. Per le indagini di carattere penale, occorre sempre l’autorizzazione del giudice”.