Tra Russia e Ucraina è guerra. Il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato l’attacco nelle scorse ore che ha portato esplosioni a Kiev e in altre città anche nell’Ovest del Paese. Le truppe sono entrate anche dal confine Nord (Bielorussia) e Sud (Crimea), con attacchi nei porti di Mariupol e Odessa. Anche la capitale è sotto attacco, l’aeroporto di Hostomel sarebbe già nelle mani dell’esercito russo.
Una situazione in continua evoluzione, con l’Unione Europea e la Nato che condannano “con forza l’attacco” e chiedono a Mosca “di fermare immediatamente la sua azione militare”. Gli scenari sono difficili da prevedere e a tal proposito la redazione di QdS.it ha sentito Daniela Irrera, docente di Relazioni Internazionali del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali di Catania.
“Purtroppo si è arrivato al culmine dell’escalation – afferma -. Questa operazione militare lanciata dalla Russia è una vera e propria guerriglia. Non è chiara la direzione che prenderà questa situazione. Se si dovesse continuare verso altre città ucraine cambierebbero decisamente gli scenari. Continuo ad insistere sul fatto che Putin segua uno stile da Blitzkrieg, guerra lampo. E’ uno stratega molto attento. Queste mosse seguono un processo ben preciso. Secondo le mie conoscenze empiriche, è un conflitto che non durerà a lungo. Il presidente russo non è un kamikaze“.
“Un’operazione militare speciale”, così Vladimir Putin ha annunciato in un discorso in tv quello che si è ben presto rivelato un attacco totale.
“Putin è estremamente abile – spiega la professoressa Irrera – anche nella scelta delle parole. Non è una vera e propria dichiarazione di guerra in senso classico. Si tratta di un’azione militare che viene lanciata, non a caso, dopo aver riconosciuto le regioni separatiste. E viene spiegata dal fatto di doverle difendere da eventuali attacchi ucraini. L’obiettivo di Putin è evitare l’allargamento della Nato, con l’Ucraina stato neutrale che funga da ‘cuscinetto’ tra gli interessi degli Stati membri e quelli russi. Si tratta di un’azione studiata”.
L’Unione Europea risponde con le sanzioni che adotterà nei confronti della Russia. Secondo la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, “sopprimeranno la loro crescita economica”.
“Le sanzioni non sono mai – continua la docente – l’unica misura risolutiva. Sono strumenti di condizionalità negativa che normalmente vengono utilizzati per indurre l’attore che sta violando ad avere un comportamento diverso. Non è la prima volta che la Russia le subisce, saranno necessarie misure di altra natura, di pressione o diplomatiche. Le missioni militari dell’Unione Europea non sono mai aggressive. Le sanzioni da sole non posso arrivare all’obiettivo”.
Che il conflitto armato possa concludersi al più presto è la speranza del mondo intero. Allo stato attuale, cosa dobbiamo aspettarci?
“Ci sono diversi scenari possibili dell’escalation – aggiunge-. Da quello apocalittico, il meno probabile, così come la disfatta della Russia. Potrebbe essere possibile uno scenario intermedio che apra ad uno status speciale per l’Ucraina come è stato fatto in altri casi. Una paese che di fatto diventi neutrale per Occidente e Oriente e che venga gestito secondo forme di “power sharing”. Putin potrebbe accontentarsi dei due territori separatisti o che la Nato spalleggi l’esercito ucraino senza intervenire. Anche se in questo momento tutti temono la guerra, è evidente”.
Dalla base di Sigonella è partito l’aereo senza pilota americano, i famosi Global Hawk, i droni militari da ricognizione. Quali rischi per la Sicilia?
“Le basi militari, ribadisco, sono a disposizione dell’Alleanza – conclude la professoressa Irrera -. Servono sulla base delle strategie generali messe in piedi dalla Nato. Che la Sicilia possa essere attaccata militarmente dalla Russia mi sembra alquanto improbabile: per quale motivo dovrebbe farlo? Si aprono scenari da fantapolitica, se si arriva a parlare anche dell’aeroporto Birgi significherebbe di un attacco di uno stato ad un altro. Quello che dobbiamo temere è l’aumento spropositato dei prezzi delle materie prime e purtroppo questo è già evidente“.