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Guerra in Ucraina, “Accordo su Donbass e Crimea impossibile nei negoziati”

Risolvere tutti i problemi in un accordo e porre fine alla guerra con la Russia è “difficile e improbabile” e quindi la questione del Donbass e della Crimea non potrà essere risolta nel corso dei negoziati in corso, “soprattutto quando ci sono carri armati sul nostro territorio, i razzi colpiscono le nostre città, ci sono situazioni difficili in città assediate, come Mariupol”, ha dichiarato in una nota diffusa dalla presidenza ucraina, Volodymyr Zelensky.

Difendere Mariupol

La Russia ha la sua visione del Donbass e l’Ucraina ha la sua. Quindi ho dato un semplice suggerimento. Credo che non saremo in grado di trovare un accordo su tutti i punti contemporaneamente. Questo è impossibile, anche se abbiamo dei negoziati”, ha spiegato. Kiev è consapevole degli obiettivi russi e della concentrazione di truppe russe nel Donbass: “Il Donbass, il sud dell’Ucraina, il corridoio per la Crimea, la regione di Kherson e la regione di Zaporizhzhia… In pratica capiamo cosa stanno facendo. Per avere successo, combatteranno per il Donbass. E Mariupol è la vita per noi, una città, e per loro è una ‘medaglia’ che vogliono mettere al petto“, ha detto.

Italia tra i garanti

“Anche se firmiamo l’accordo più potente, sappiamo che tra due anni la Russia potrebbe tornare” e per questo è importante il ruolo dei Paesi garanti e delle loro azioni, ha detto Zelensky, aggiungendo di aver discusso delle garanzie di sicurezza con i “leader di Francia, Stati Uniti, Turchia, Regno Unito, Polonia, Italia, Israele e ci sono molti amici che vogliono unirsi”. “Finora non abbiamo ricevuto un elenco specifico di garanzie e un elenco di Paesi che sono pronti ad unirsi a noi al 100%. Non abbiamo bisogno di avere 40 paesi del mondo pronti ad unirsi e combattere per l’Ucraina in base all’accordo. Abbiamo bisogno di giocatori seri, pronti a tutto. Abbiamo bisogno di una cerchia di stati pronti a fornire qualsiasi arma entro 24 ore. Abbiamo bisogno di singoli Paesi da cui dipenda realmente la politica delle sanzioni, in modo che queste sanzioni siano elaborate in profondità in anticipo. In modo che al primo secondo, non appena si manifesta la minaccia della Federazione Russa, questi stati si uniscano e entro tre giorni introducano tutto in una volta, bloccando tutto”.