Prosegue l’offensiva di Mosca in Ucraina. Nelle prime ore del mattino, si sono udite tre forti esplosioni nella zona dell’aeroporto civile di Leopoli subito dopo che avevano suonato le sirene d’allarme. Una enorme colonna di fumo si è alzata dalla zona del raid, come mostrano le diverse foto e i video circolati sui social. L’aeroporto di Leopoli si trova nella zona sud-Ovest della città, nel distretto di Frankvskyi.
La Russia ha creato una no-fly zone sulle Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, nel sud-est dell’Ucraina. Lo ha detto il rappresentante della Repubblica popolare di Donetsk, Eduard Basurin, citato dall’agenzia Interfax. “Dal punto di vista militare, nel caso di seri sistemi di difesa aerea, non devono essere passati a noi, basta che la Russia controlli il cielo, creando, come si suol dire, un ombrello o una cupola di una no-fly zone sulle nostre repubbliche”, ha detto Basurin, ospite dell’emittente Rossiya-24. Quindi rispondendo a domanda diretta se sia stata creata una no-fly zone sul Donbass, Basurin ha risposto: “Sì, penso di sì”.
L’esercito ucraino ha bombardato cinque siti nella ‘repubblica di Luhansk’ per cinque volte nelle ultime 24 ore. E’ quanto denunciano il leader separatisti filorussi citati dall’agenzia di stampa Tass, secondo cui sarebbero state danneggiate 18 abitazioni e un asilo, oltre a una fabbrica per la produzione del ferro.
Nella città ucraina assediata di Mariupol “non ci sono né corrente, né gas, né riscaldamento, non c’è vita solo continuo dolore, fuoco e bombardamenti senza fine”. Lo denuncia su Twitter il ministero della Difesa di Kiev, scrivendo di “migliaia” di persone uccise “dagli invasori russi”, con il “90%” di Mariupol “distrutta dai bombardamenti”. “I russi – si legge – tengono in ostaggio gli abitanti di Mariupol, bloccando i corridoi umanitari”.
Già ieri il vice sindaco della città, Sergey Orlov, denunciava come l’80-90% degli edifici di Mariupol sia distrutto o danneggiato e come la popolazione, per bere, sia “costretta a sciogliere la neve, a prendere l’acqua dalle pozzanghere o a scaricarla dai termosifoni”.
Più di 320.000 persone sono tornate in patria per aiutare l’Ucraina a combattere da quando la Russia ha iniziato l’invasione del Paese. La stima, riferisce la Cnn, è del Servizio di guardia di frontiera dell’Ucraina. “I nostri ragazzi non si arrendono, quindi dobbiamo aiutare, dobbiamo combattere per il nostro Paese. L’Ucraina deve essere libera, come tutte le persone”, ha sottolineato in un tweet il Servizio della guardia di frontiera ucraina.
foto twitter Eugenio Maloletka