Guide turistiche, si allontana lo spettro della Bolkestein

PALERMO – Si continua a discutere della professione di guida turistica e del suo inquadramento. Una professione che per anni è stata lasciata nel limbo legislativo, un Far West che è durato anni e anni, e ancora adesso non riesce a trovare una sua collocazione nell’ambito europeo che ne riconosca specificità e valore.

“Le guide turistiche non rientrano nella Direttiva Bolkestein”. In linea con quanto da sempre sostiene l’Angt, Associazione nazionale Guide turistiche, il ministro del Turismo Gian Marco Centinaio ha fatto chiarezza sul ruolo delle guide proprio alla vigilia dell’avvio di una serie di vertici sul tema organizzati con il Coordinamento delle Regioni. Sembrerebbe, per i profani, una semplice questione tecnica, ma per chi lavora nella categoria la differenza è sostanziale.
La direttiva dell’Unione Europea vorrebbe fare rientrare le guide turistiche italiane nel settore Servizi, rinnegando la loro professionalità e omologandole ad altre figure dei paesi europei che hanno qualifiche e standard formativi di gran lunga inferiori a quelli italiani. “Una normativa europea che accontenta le lobby dei grandi tour operator che vogliono venire in Italia a sfruttare le nostre ricchezze pagando quattro soldi i lavoratori e umilia la professionalità e il know how del Made in Italy, il cui valore aggiunto è dato proprio dal legame con il territorio. E pertanto va riconosciuto e pagato adeguatamente” affermano in una nota congiunta i parlamentari del Movimento 5 Stelle Mattia Fantinati e Roberto Cotti.

“L’errato inserimento della nostra professione nella Direttiva Servizi – sottolinea la presidente dell’Angt, Adina Persano – ha già fatto danni incalcolabili ed è quindi importantissimo che il ministro abbia fatto chiarezza su chi vuole distruggere il patrimonio delle ‘guide locali’. Sono le Regioni e non certo lo Stato”. Ancora, l’associazione plaude anche al fatto che il ministro abbia sottolineato la differenza tra guida turistica e accompagnatore.

“Soprattutto è fondamentale – aggiunge – che il ministro abbia avuto parole ferme sulla necessità di una legge di riordino delle professioni turistiche, compresa la nostra. Ma non spetta certamente alle Regioni decidere in materia”. Per questo, l’Angt chiede a Centinaio “una risposta chiara sull’operato delle Regioni e sulla legittimità del loro ruolo nel legiferare circa la professione di guida turistica”.

Secondo l’associazione, il problema va risolto laddove è stato creato: in Europa. Bisogna infatti inquadrare le guide turistiche, come già fatto con altre figure professionali, non all’interno della direttiva Ue sui Servizi Bolkestein ma in quella sulle Professioni. In questo modo chi dall’estero vorrà lavorare come guida turistica in Italia non potrà limitarsi ad un semplice corso formativo di circa 30-35 ore ma dovrà rispettare lo stesso percorso formativo e le stesse modalità di accesso alla professione delle guide italiane.

Già nel giugno dello scorso anno il deputato Fulvio Martusciello del partito popolare europeo aveva chiesto in commissione di discutere delle problematiche delle guide turistiche, una figura fondamentale per la valorizzazione del turismo. Ha quindi chiesto alla commissione europea se non risulterebbe più appropriato l’inquadramento di tali professionalità nella direttiva 2005/36/CE sul riconoscimento delle qualifiche professionali.

Martusciello ha quindi proposto, come previsto all’articolo 10, di fare rientrare la professione di guida turistica nella deroga ai regimi di autorizzazione e all’esercizio di una attività su tutto il territorio nazionale per motivi di interesse generale, inclusa la tutela del patrimonio culturale.

Michele Giuliano