PALERMO – A distanza di quasi un mese dalle restrizioni imposte dal governo Conte per contenere l’emergenza Coronavirus, i cittadini hanno sempre meno voglia di cantare nei balconi: il problema reale di molti (siciliani compresi) è infatti come sbarcare il lunario oggi e soprattutto come si potrà andare avanti domani.
Utilizzando i fondi che Stato e Regione hanno messo a disposizione (rispettivamente con il Dpcm del 28 marzo 2020 e con la Deliberazione della Giunta regionale n. 124 del 28 marzo 2020) i Comuni siciliani stanno avviando iniziative a sostegno di chi si trova in difficoltà, attingendo in alcuni casi anche alle proprie – scarse – risorse. Passiamo in rassegna come i nove capoluoghi si stanno muovendo per contenere l’emergenza economica scaturita da quella sanitaria.
PALERMO
A Palazzo delle Aquile stanno già stanziando i 5,1 milioni di euro ricevuti dal Governo nazionale per interventi urgenti di assistenza alimentare e di prima necessità alle famiglie che, anche a causa del Covid-19, stanno affrontando una grave crisi economica. La Giunta comunale ha anche approvato un atto di indirizzo per la programmazione dell’utilizzo del Fondo per la lotta alla povertà e all’inclusione sociale, sulla base dei provvedimenti di assegnazione operati dal Ministero delle Politiche sociali, destinando circa un milione di euro a diversi servizi per persone adulte in situazioni di marginalità grave o vittime di violenza anche al fine di contenere l’emergenza epidemiologica Covid-19. Si tratta, come ha affermato il sindaco Leoluca Orlando, di “un intervento ancora una volta importante grazie alla possibilità di sfruttare fondi extra comunali con il supporto e in sinergia con enti del privato sociale che nella nostra città svolgono un ruolo importantissimo nel sistema dei servizi pubblici per la comunità”.
CATANIA
Anche il capoluogo etneo si è adoperato per assegnare le risorse stanziate da Governo e Regione: l’iniziativa Buono spesa, che offre alle famiglie in difficoltà solidarietà alimentare attraverso l’utilizzo di una card, spendibile per generi alimentari e/o beni di prima necessità presso gli esercizi commerciali convenzionati, è già partita e la Giunta comunale ha anche deliberato, su proposta dell’assessore alle Politiche comunitarie Sergio Parisi, la modifica del piano operativo del Pon Metro, che tra le tante attività programmate prevede l’intervento denominato Buono famiglia, fondo a esaurimento con una dotazione finanziaria di un milione 750.000 euro che sarà adoperato per aiutare le famiglie disagiate nel pagamento mensile dell’affitto di casa e sostenerle nel pagamento delle utenze. È partita, inoltre, la distribuzione, al domicilio delle famiglie particolarmente bisognose, dei pacchi spesa contenenti generi alimentari di prima necessità, grazie ai fondi che si stanno raccogliendo con la campagna “Catania aiuta Catania”, che vede coinvolta nella rete di distribuzione, oltre alla protezione civile comunale, numerose associazioni di volontariato. “Abbiamo rotto ogni indugio e superato ogni passaggio burocratico – ha spiegato il sindaco Pogliese. I cittadini bisognosi e le loro famiglie non potevano aspettare ancora e noi ci siamo mossi per venire incontro ai più urgenti bisogni. Peraltro abbiamo utilizzato per l’80 per cento prodotti siciliani per favorire le nostre imprese che sono in grande crisi”.
MESSINA
Nella Città dello Stretto sono stati reperiti circa 32 milioni di euro – che confluiranno in un unico Fondo di emergenza Covid-19 – provenienti da una rimodulazione dei finanziamenti dei Programmi operativi regionali e nazionali (Pon, Por, Pac, Fead, 328/00 e Fsc), assegnati al Comune e ancora non impegnati. Tali risorse saranno spese per le Family card, buoni spesa che vanno da trecento a un massimo di settecento euro mensili, da marzo a maggio, che i beneficiari potranno usare presso i negozi alimentari convenzionati. Vi potranno accedere i nuclei familiari che hanno subito una perdita di entrate reddituali in conseguenza della cessazione obbligatoria delle attività produttive in ottemperanza ai decreti ministeriali e alle ordinanze, quelli che hanno subito una perdita di entrate reddituali per licenziamento a causa della chiusura o della limitazione delle attività, e quelli che non abbiano altra fonte di reddito”.
AGRIGENTO
L’Amministrazione comunale ha disposto l’assegnazione di buoni spesa per l’acquisto di generi alimentari, prodotti di prima necessità e/o farmaceutici. Si tratta di voucher del valore unitario di 20 euro per ciascun componente del nucleo familiare residente ad Agrigento, per un importo orientativo di 80 euro mensili per ciascun componente, da assegnare, fino a esaurimento dei trasferimenti a ciò finalizzati, esclusivamente ai nuclei familiari che si trovano in stato di bisogno conseguente agli effetti economici derivanti da Covid.
CALTANISSETTA
Il Comune nisseno, in Convenzione con associazioni di volontariato e Cooperative sociali cittadine, sta promuovendo servizi di assistenza gratuiti: consegna a domicilio di farmaci e spesa e prestazioni socio-assistenziali domiciliari di base (igiene personale, igiene degli ambienti, assistenza psicologica). I servizi di consegna a domicilio sono esclusivamente rivolti a soggetti in condizione di fragilità come anziani, immunodepressi, persone con patologie gravi o croniche che non possono ricevere supporto da parenti, amici, conoscenti; soggetti posti in quarantena; soggetti Covid positivi.
ENNA
Nel Comune ennese è stato attivato il servizio di consegna pacchi di generi alimentari ed altri beni di prima necessità. Le richieste possono pervenire telefonicamente e via email. Nel primo caso gli operatori telefonici compilano il modello di autodichiarazione sulla base dei dati forniti dai cittadini e comunicano giorno e orario della consegna; nel secondo il richiedente compila e inviare il modello di autodichiarazione messo a disposizione da Comune e riceve stesso mezzo le indicazioni sulla consegna. Per ogni nucleo familiare è prevista una fornitura differenziata secondo il numero dei componenti. Dopo la prima richiesta sono programmate le successive distribuzioni con cadenza di dieci gironi.
RAGUSA
Nel capoluogo ibleo è già operativo il servizio Buono spesa per i nuclei familiari residenti in stato di bisogno con un reddito mensile basso (anche derivante da Reddito di cittadinanza o da altri ammortizzatori sociali come disoccupazione, cassa integrazione, mobilità, bonus, e altro). I buoni spesa possono essere richiesti da un solo componente del nucleo familiare e vengono erogati in un’unica soluzione mensile in base al numero dei componenti del nucleo familiare, fino a un massimo di 500 euro per nucleo. Nell’assegnazione è data priorità ai soggetti non assegnatari di altre misure di sostegno pubblico.
SIRACUSA
Oltre alle misure di solidarietà alimentare previste dall’Ordinanza della Protezione civile nazionale, il Comune aretuseo ha attivato il Carrello Solidale, grazie al quale è possibile donare beni di prima necessità quando si fa la spesa o quando la si ordina online o fare donazioni tramite conto corrente. Il Comune, in collaborazione con la Caritas, consegna la “Spesa sospesa” a coloro i quali si trovano oggi in difficoltà economiche.
TRAPANI
Anche a Trapani l’Amministrazione si è mossa per supportare le fasce più bisognose attraverso l’erogazione di Buoni spesa, erogati a nuclei familiari più esposti agli effetti dell’Emergenza Covid-19; nuclei familiari in stato di bisogno; nuclei familiari non già assegnatari di sostegno pubblico. Prioritari sono però i soggetti non assegnatari di sostegno pubblico (RdC, Rei, Naspi, indennità di mobilità, cassa integrazione guadagni, altre forme di sostegno previste a livello locale o regionale).
Quanto è stato stanziato da Stato e Regione per i Comuni
I primi segnali concreti verso i Comuni sono arrivati con il Dpcm del 28 marzo 2020 contenente i “Criteri di formazione e di riparto del Fondo di solidarietà comunale 2020” – che dispone 4,3 miliardi a valere sul fondo di solidarietà dei Comuni – cui ha fatto seguito l’ordinanza di Protezione civile n. 658 del 29 marzo 2020 che racchiude gli “Ulteriori interventi urgenti di protezione civile in relazione all’emergenza relativa al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili”. Quest’ultima all’art. 1 (Risorse da destinare a misure urgenti di solidarietà alimentare) recita al comma 1: “In relazione alla situazione economica determinatasi per effetto delle conseguenze dell’emergenza Covid-19, il Ministero dell’interno, entro il 31 marzo 2020, dispone, in via di anticipazione nelle more del successivo reintegro, con apposito provvedimento legislativo, il pagamento di un importo pari a euro 400.000.000,00 di cui euro 386.945.839,14 in favore dei Comuni appartenenti alle regioni a statuto ordinario, alla Regione Siciliana e alla Regione Sardegna, ed euro 13.054.160,86 in favore delle Regioni Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, con imputazione sul capitolo di spesa 1365 dello stato di previsione del Ministero dell’interno da contabilizzare nei bilanci degli enti a titolo di misure urgenti di solidarietà alimentare”. Grazie a tali provvedimenti sono dunque arrivati subito nelle casse dei Comuni italiani 4,7 miliardi di euro, 43,5 milioni dei quali sono stati assegnati ai 390 Enti locali della Sicilia.
Anche la Regione siciliana ha fatto la propria parte: per far fronte all’emergenza economica connessa alla diffusione del Covid-19, la Giunta regionale con deliberazione n. 124 del 28 marzo 2020, ha destinato “le risorse POC 2014/2020 e FSE 2014/2020, rispettivamente per 70 milioni di euro e per 30 milioni di euro, per un importo complessivo pari a 100 milioni di euro, nei termini di cui alla nota prot. n. 3709 del 28 marzo 2020, a firma congiunta dei Dirigenti generali dei Dipartimenti regionali della Programmazione, delle Autonomie locali e dell’Istruzione e della Formazione professionale, costituente allegato alla presente deliberazione”.
Nella stessa disposizione è stato stabilito “di dare mandato al Dipartimento regionale della Programmazione, per le risorse Poc 2014/2020, considerato i presupposti di carattere emergenziale della presente deliberazione e tenuto conto della generale revisione del Poc già in atto e del percorso di assegnazione delle risorse provenienti dalla riduzione del confinanziamento nazionale relativamente al Po Fesr 2014/2020, di operare in termini di compensazione riattribuendo lo stanziamento iniziale in linea con le disposizioni normative a livello regionale e garantendo in tal modo i conseguenti risultati attesi previsti” e “di assegnare le risorse in argomento in quota capitaria ai Comuni (…), che potranno erogarle in via diretta o in altra forma, anche avvalendosi degli enti del terzo settore (garantendo, comunque, l’identificazione dei beneficiari finali), vincolate quale intervento di sostegno sociale per beni di prima necessità (alimenti e prodotti farmaceutici), da destinare prioritariamente ai nuclei familiari che non percepiscono alcuna altra forma di reddito o alcuna altra forma di assistenza economica da parte dello Stato, compresi ammortizzatori sociali e reddito di cittadinanza”.