Tornano al lavoro i forestali siciliani. Come concordato giovedì scorso dai sindacati e dall’assessore regionale all’agricoltura Toni Scilla, saranno impegnati in 70 progetti finanziati con 53 milioni del Po-Fesr da spendere nel biennio 2021/2022. Seguiranno altri progetti per una spesa finale totale di 110 milioni in tre anni. Lo rendono noto Flai, Fai e Uila regionali, ricordando che giovedì scorso avevano portato i lavoratori in piazza per chiedere l’avvio immediato al lavoro.
“L’impegno assunto dall’assessore Scilla e dal dirigente generale del dipartimento sviluppo rurale Mario Candore a seguito del presidio – dicono Tonino Russo della Flai-Cgil, Pierluigi Manca della Fai-Cisl e Nino Marino della Uila-Uil -, è stato mantenuto. Ed è un impegno importante nel momento in cui gli eventi atmosferici flagellano la Sicilia e suggeriscono di pigiare sull’acceleratore degli interventi di messa in sicurezza del territorio e dei piani di rimboschimento. Le modalità del finanziamento dei progetti aprono inoltre una finestra sul futuro – aggiungono – di un settore che va riformato per essere meglio indirizzato sugli obiettivi di tutela ambientale, valorizzando un lavoro come quello dei forestali che si rivela ogni giorno più essenziale”.
Russo, Manca e Marino rilevano il “senso di dovere e di responsabilità dell’assessore e di tutti i dirigenti del dipartimento che hanno determinato le condizioni per riammettere subito i forestali al lavoro. Riteniamo questo un fatto importante, nel rispetto delle norme di settore – sostengono – auspicando che nessun lavoratore perda giornate di lavoro per altre cause. Dopo avere messo in sicurezza le giornate di lavoro per l’anno 2021, il nostro impegno – concludono i segretari di Flai, Fai e Uila – si concentrerà sulla riforma del settore, attesa ormai da troppi anni. Un riforma che deve dare stabilità a un lavoro oggi quanto mai importante come quello dei forestali e consentire un progetto di valorizzazione e tutela ambientale di ampio respiro in grado anche di generare nuove opportunità di sviluppo e nuova occupazione”. (ITALPRESS).