Editoriale

I limiti ci sono per essere superati

Ognuno di noi deve avere la consapevolezza dei propri limiti, sapere che la nostra ignoranza è immensa ed ancestrale e che la nostra pochezza è incolmabile.

Partendo da questi presupposti, però, dobbiamo anche essere consapevoli che dentro ognuno di noi vi è una forte potenzialità, data dalla nostra mente, la quale possiede uno sguardo ben più lungo di quello dei nostri occhi. In altri termini, mentre riusciamo a vedere fino alla curva dell’orizzonte, seppure attrezzati di binocoli, la nostra mente vede molto al di là.

La questione è anche frutto della capacità di considerare il tempo come una sorta di contatore che l’umanità ha inventato per regolarsi. Ma il saggio sosteneva che “Non è il tempo che passa, siamo noi che passiamo”.
Sapere che fra x anni (anche l’anno è una convenzione) tenteremo di realizzare progetti, è frutto di visione e conseguente programmazione, piuttosto che previsione, perché nessuno di noi è dotato della sfera di cristallo.


Per guardare oltre l’orizzonte dobbiamo valorizzare ciò che possediamo mediante l’acquisizione di continue conoscenze e della storia, che, se da un canto non insegna niente, dall’altro è un libro aperto sugli eventi che possono suggerirci soluzioni.


Certo, bisogna stare in guardia dai falsi visionari, dai millantatori, da coloro che reclamizzano se stessi, perché quelli che progettano il futuro sono invece sobri, modesti e silenziosi: meno si parla, meglio è, in quanto la capacità di ognuno di noi viene dimostrata dai fatti e non dalle parole.
Caso opposto è quando si va alla ricerca della verità e dei fatti che la sostengono e in questo caso non bisogna mai tacere né tacitarsi, anche mettendo a repentaglio se stessi.


Dal quadro che abbiamo descritto, emerge la contraddizione fra i nostri amplissimi limiti e la nostra voglia di superarli. È per questo che, per esempio, Bergoglio ha coniato una frase sintomatica: “Quando ritieni che una cosa sia impossibile, l’hai già realizzata”.
In modo molto più modesto, vogliamo citare i film di Tom Cruise sulle missioni impossibili, i cui obiettivi vengono sempre raggiunti.

Dunque, i limiti ci sono per essere superati, ma per far ciò, oltre ad una fame di saperi, occorre un forte controllo delle proprie emozioni e dei conseguenti modi di fare. Per cui deve rinforzarsi in ognuno di noi una forte razionalità, che consente di valutare al meglio i dati di un problema e di trovare le soluzioni per risolverlo.

Qualcuno sostiene che bisogna essere geometrici, ma forse è un eccesso, anche se l’aiuto della matematica (l’unica scienza esatta) può fornire un supporto quando facciamo ragionamenti, approntiamo progetti o tentiamo di risolvere le questioni che giorno dopo giorno incontriamo.

Non è facile comportarsi in questo modo, ma se lo vogliamo possiamo riuscirci mediante un continuo addestramento che deve partire da quando raggiungiamo l’età della ragione, un’età variabile per ciascuno di noi.
Dobbiamo purtroppo constatare che vi sono persone che non raggiungono mai l’età della ragione, ma quella della irragionevolezza, che si ripercuote nei loro atti.


Per apprendere abbiamo bisogno anche dei maestri, di coloro che sanno e che ci aiutano a capire.
Certo, il maestro dev’essere un modello positivo che ci induce a ragionare bene, senza sbavature né esagerazioni.
Vi sono anche i cattivi maestri che non bisogna seguire ed il cui esempio va scartato. Costoro hanno un ascendente sulle persone deboli di carattere, che quindi sono facilmente influenzabili, con la conseguenza che vengono forgiate personalità negative.

Per completare il quadro, non vogliamo trascurare gli eterni pessimisti, quelli che vedono tutto nero e sempre nero, che non si danno la gioia di un’eventualità positiva e che del catastrofismo fanno il loro vivere continuativo. Queste persone vanno evitate come la peste perché il cattivo pensare si trasmette più facilmente del buon pensiero, mentre noi dobbiamo essere sempre ottimisti e positivi.