Un tempo le nostre nonne erano solite preparare in casa rosoli e liquori a base di frutta e spezie seguendo le stagioni per offrirli, insieme ai dolcetti sempre pronti in dispensa, anche agli ospiti inattesi.
Questa usanza ha radici molto antiche. Per I siciliani, infatti, offrire un bicchierino che contiene un prezioso “nettare” a fine pasto è un rito che si tramanda da generazioni e che ha origine – per la sorpresa di molti- nella tradizione araba.
Sembra, infatti, che le prime infusioni alcoliche a base di erbe risalgano al ‘700 ed avessero una funzione medicamentosa. Si deve, però, alla scoperta dell’America e al conseguente arrivo delle spezie in Europa la piacevolezza palatale di questi infusi, motivo del successo riscosso prima alla corte di Caterina de Medici e poi, da metà ’800, nei salotti aristocratici. Sarà poi alla fine del secolo che gli elisir e i preparati farmaceutici, grazie all’aggiunta di zucchero, frutta, aromi e spezie, diventano apprezzati digestivi e ottime bevande per concludere ogni pasto.
Parallelamente, all’interno dei conventi d’Italia, in particolare in Piemonte, Campania e Sicilia, le operose sorelle danno vita al rosolio la cui origine si fa risalire al 1500 e il nome pare derivi dai termini latini ros e solis (lett. rugiada di sole), oltre che dalle rose utilizzate per prepararlo. Grazie al suo sapore delicato, unito alla bassa gradazione alcolica, il rosolio divenne il liquore delle donne durante feste e matrimoni durante i quali veniva offerto agli sposi come segno di buon augurio.
Con il passare del tempo il rosolio, originariamente prodotto con la macerazione dei petali di rosa, è stato declinato in tante varietà. cannella, salvia, limone, alloro, fichi d’India, solo per citarne alcuni , non c’è davvero limite alle tipologie prodotte utilizzando diverse erbe aromatiche o frutti grazie ai quali questo elisir riesce ad essere la chiusura perfetta di ogni ricorrenza che ruoti intorno al cibo.
Se, in passato, sono stati relegati al ruolo marginale di semplice fine pasto in bar e trattorie di paese, negli ultimi anni a questi preziosi “elisir alcolici” è stato attribuito un ruolo di tutto rispetto facendo il loro ingresso anchenel mondo della mixology e gli ingredienti gourmet delle cucine stellate. Così, dal passato, sono riemerse formule antiche che si scomodano nel tentativo di ridar vita a “formule magiche” in grado di incantare il palato.
Quello della liquoreria siciliana è un argomento particolarmente affascinante che merita un capitolo a sé stante. Il “bicchierino” infatti, rappresenta per i siciliani un irrinunciabile piacere della tavola che chiude degnamente ogni pasto che si rispetti accompagnando il palato con grazia ed eleganza. Bere un liquore, un amaro o un rosolio in Sicilia, infatti, oltre a facilitare la digestione o rendere un cocktail aromatico, riesce a distillare tutto il gusto più armonioso della tradizione mantenendo costante il contatto con il passato e con la storia del territorio.
Dal punto di vista economico oggi si regista una duplice tendenza. Se, da una parte, si assiste al ritorno sulla cresta dell’onda di marchi storici della liquoreria siciliana dall’altra vi è il pullulare di piccole produzioni locali che recuperano i segreti degli antichi speziali per proporre prodotti molto apprezzati anche dal mercato internazionale.
Per questo motivo accanto a marchi più noti esistono tante realtà di nicchia conosciute dagli estimatori che creano delle vere e proprie opere d’arte, delle chicche per veri intenditori, stimate ed apprezzate oltre che in Sicilia, in tutta Italia e anche all’estero. Noi abbiamo incontrato I responsabili di tre piccole aziende siciliane che hanno investito nella liquoreria.
Casa Allora nasce a Palermo nel novembre 2019 ed inizia il suo cammino con la lenta creazione di Dalloro, liquore di alloro siciliano. Antonio Barone, 27 anni, dopo diverse esperienze in tutta Italia in ambiti totalmente differenti, rientra nella sua amata terra per riavvicinarsi ad uno stile di vita totalmente naturale. Qui decide di puntare su un prodotto come il liquore che è in grado di raccontare prima di tutto un luogo fisico, ovvero Casa Allora, la casa di famiglia nelle campagne di Villafrati, di cui diviene vettore narrativo in grado di veicolare una storia familiare come tante a cui regalare l’unicità grazie all’elogio della lentezza, che non è pigrizia e neanche inezia.
“Siamo una piccola realtà che ha fondato un progetto che si basa sull’esaltazione della bellezza nella lentezza, nel saper fare artigiano, nella cura dell’eccellenza contrapposta alla standardizzazione industriale- racconta Antonio Barone, giovane e dinamico siciliano rientrato in patria dopo diverse esperienze da manager giramondo – Dalloro è un liquore artigianale, un miracolo di lentezza. Oltre ad essere un eccellente digestivo dopo i pasti, grazie alle proprietà benefiche dell’alloro si presta da servire freddo, ghiacciato o con ghiaccio ma mostra, inoltre, tutta la sua versatilità nell’arte della mixology, come ingrediente originale per un twist sui classici o come base innovativa per sorprendenti cocktail. Per realizzarlo utilizziamo esclusivamente materie prime cresciute ad acqua e sole nella nostra tenuta di famiglia in provincia di Palermo, rispettando profondamente la lentezza dei cicli naturali, attenti a valorizzare gli aromi e le proprietà benefiche dell’alloro”.
A Motta S. Anastasia, Giuseppe e Angelo Pistone hanno creato un’azienda che dà vigore e slancio all’antica tradizione agrumaria.
“Abbiamo voluto unire la tradizione della coltura degli agrumi alla tradizione liquoriera siciliana per far nascere, secondo un’antica ricetta, i nostri Rosoli. Oggi vantiamo una decennale esperienza nel settore della produzione di Liquori che ci consente di posizionarci sul mercato con un prodotto che sia di alto livello per gusto, profumo ed imagine – ci racconta Giuseppe Pistone – I nostri Rosoli nascono nella Piana di Catania e nelle zone ad essa limitrofe, infatti è proprio lì che crescono i nostri agrumi, sotto il controllo attento dei nostri collaboratori. La frutta utilizzata per la preparazione dell’infuso viene raccolta e trasportata nei nostri stabilimenti, dove viene lavorata nell’arco delle 24 ore successive”.
All’interno di un piccolo laboratorio artigianale di Roccalumera, a pochi chilometri da Taormina (ME), tre giovani imprenditori siciliani, Katia Cosentino, Emanuela Russo e Giuseppe Piccolo , ispirandosi alla bontà dei liquori di una volta, hanno creato Giardini d’Amore®, un brand di liquori di alta gamma riuscendo a chiudere in bottiglia i colori e i profumi unici della propria terra.
Il brand made in Sicily ha vinto, lo scorso dicembre 2020 il premio come “Miglior brand di liquori artigianali di lusso” assegnato dalla prestigiosa rivista inglese di luxury lifestyle, LUXlife nell’ambito dei Food & Drink Awards 2020 conferiti annualmente dal magazine.
Il progetto nasce nel 2011 in seguito all’opportunità di rilevare un vecchio opificio di un anziano artigiano locale, imparando da lui tecniche e ricette da reinterpretare in chiave moderna per regalare una nuova identità alla tradizione italiana dei liquori artigianali.
La qualità delle materie prime è assicurata grazie all’autoproduzione di prodotti come limoni “Interdonato”, il finocchietto selvatico, i fichi d’India, solo per citarne alcuni.
“L’anno appena trascorso è stato di certo molto difficile per tutto il comparto ma noi non amiamo abbatterci e abbiamo cercato di sfruttare questo stop forzato per pensare al futuro. Sicuramente uno degli obiettivi che ci siamo dati è quello di aumentare la comunicazione verso il cliente finale. Per questo a breve apriremo un nostro sito e-commerce. A livello di prodotti, invece, dopo esserci concentrati su dei liquori assoluti, stiamo lavorando alla creazione di nuovi blend che possano regalare la complessità e la pluralità di gusti tipici dei cocktail pur rimanendo dei liquori”.
Manuela Zanni