Pezzi di Pizzo

I non allineati

La politica siciliana rasenta sempre il Pirandello di Sei personaggi in cerca d’autore. Per un momentaneo periodo il perdurante feudalesimo dei vassalli politici siciliani si allineano, chi tentando di conquistare il potere, tramite il necessario consenso, chi costretto, per impraticabilità di campo, al più o meno anonimo ruolo dell’opposizione. Fare opposizione, legittimo ed importante ruolo democratico, in Sicilia ti costringe all’irrilevanza, pertanto anche chi è molto distante, da persone o metodologie della maggioranza di turno, tenta di stare nel gruppo di comando. Il popolo lo vuole, a nessun siciliano piace stare nel carro perdente, perdere a tavolino non piace a nessuno.

Però, dopo un certo periodo di frequentazione di accolite governative, per una legge idraulica dei vasi comunicanti, qualcuno comincia a discostarsi. È l’eterno partito dei non contenti, di coloro che a torto o a ragione, ritiene di non essere sufficientemente considerato o amato dal potere di turno. E se non può essere amato l’alternativa per un siciliano di carattere è quella di essere temuto. È questa l’analisi della situazione politica che ha portato alla reunion tra Raffaele Lombardo e Gianfranco Miccichè, e non è escluso che altri non contenti dell’assetto di maggioranza li raggiungano.

È facile in Sicilia essere non contenti, ci sono tante ragioni politiche e personali per esserlo. In più c’è sempre la costante Recerque, in un afflato proustiano, di un futuro diversi da quello non gratificante odierno. Ci sono sempre nuove elezioni, nuovi rapporti di forza, possibilità di campi differenti, soprattutto per chi sta in una posizione centrale. Il fatto di non essere valorizzati, accarezzati dal capo di turno, di essere tenuti a distanza, giustifica idee diverse sul futuro. Gli alleati di oggi possono diventare gli avversari di domani, soprattutto se trovano un ruolo da ago della Bilancia. Il termine maggioranza è femminile e,  come si sa, la donna è mobile qual piuma al vento.

Così è se vi pare.