GELA (CL) – “I nostri nemici sono la burocrazia insieme a mafia e rassegnazione. La mafia, forse, un giorno riusciremo a sconfiggerla; burocrazia e rassegnazione non ne ho la certezza”.
Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, ieri a Gela per visitare il museo archeologico chiuso per la caduta di calcinacci dal soffitto e l’esposizione della nave arcaica recuperata nei fondali di Gela.
Musumeci ha comunicato che si procederà alla demolizione della parte più recente (quella realizzata negli anni Ottanta) della struttura museale che, paradossalmente, è risultata meno stabile di quella costruita negli anni Cinquanta. Musumeci ha annunciato la firma del contratto con l’Ati che entro tre mesi dovrà consegnare il progetto esecutivo per la realizzazione del Museo del mare dove esporre il relitto della triremi arcaica, attualmente conservata in 42 casse dopo il trattamento di restauro conservativo eseguito in Inghilterra. L’area espositiva sarà quella del bosco Littorio ed i lavori di costruzione dovranno essere completati entro il dicembre 2021 Saranno inoltre avviati lavori di scavo e recupero di altri relitti giacenti nei fondali del mare di Gela.
La visita a Gela è stata l’occasione per tornare sulla polemica con il ministro per il Mezzogiorno, Giuseppe Provenzano sui fondi europei.
“Provenzano – ha detto il Presidente – ha perso un’occasione preziosa per tacere perché nessuno gli ha detto che da quando io sono alla guida della Regione, sono stati spesi più fondi di quelli chiesti dall’Unione europea, ed esattamente le risorse erano 680 milioni, ne abbiamo spesi 734, mentre Crocetta ne aveva spesi solo 6”.
“Al ministro e al Governo centrale – ha aggiunto – chiediamo piuttosto regole celeri perché oggi non bastano meno di 4-5 anni per realizzare un’opera pubblica nel Mezzogiorno. Il Sud per recuperare la distanza con il Nord ha bisogno di deroghe; c’è la necessità che i processi autorizzativi si esauriscano nello spazio di 6-8 mesi e così spendere subito il denaro disponibile”.
Musumeci non usa mezzi termini per descrivere la situazione di grave arretratezza in cui versa il Sud e, commentando i dati relativi all’indagine del Sole24Ore sulla qualità della vita nelle città italiane che vede le province dell’Isola relegate agli ultimi posti della classifica, ha spiegato: “Quella che è rimasta dell’Autonomia della Regione è solo sulla carta. La Sicilia sarà ultima ancora per anni. Lo è da 73 anni”.
“Dobbiamo recuperare tantissimo arretrato – ha aggiunto -. Abbiamo quattro miliardi da spendere. Quando sono arrivato erano stati spesi 6 milioni di euro in 5 anni. Non ho trovato tecnici. Neanche un progetto, ora qualche uccello del malaugurio vuole ricattarmi – ha aggiunto Musumeci -. Siccome non sono ricattabile io andrò avanti. Se andiamo avanti insieme possiamo recuperare”.
In merito alla viabilità in Sicilia, infine, Musumeci ha detto che “le strade nella nostra Isola sono una tragedia, una vergogna. La manutenzione è a carico o dello Stato o delle Province su 3 mila 700 km di strade statali e 17 mila km di strade provinciali. Ebbene, hanno distrutto le province e nessuno si è preoccupato di dire chi si deve occupare delle strade provinciali”.