Quando gli stimoli emotivi che sono valutati, archiviati e memorizzati dall’amigdala e dalla neocorteccia, s’integrano con le rappresentazioni delle esperienze passate, che lasciano delle tracce capaci di richiamare in noi emozioni positive o negative e le rappresentazioni del sé, l’individuo è disponibile e pronto a vivere i sentimenti.
Sia nelle emozioni sia nei sentimenti, avviene un’attivazione nervosa eccitatoria, che nei sentimenti coinvolge soprattutto la mente oltre che il corpo, mentre nelle emozioni è coinvolto prevalentemente il corpo oltre che la mente.
Il perdurare nel tempo delle emozioni, è un’altra caratteristica che differenzia i sentimenti dalle emozioni, di breve durata queste ultime, non necessitano di essere alimentati dalla mente, che agisce invece da rinforzo nel sostenere i sentimenti.
Il sentimento nasce dall’emozione, ma alimentandosi e reiterandola nel tempo, è come se fosse nutrita e implementata da essa.
Le incomprensioni nascono da una cattiva gestione dei sentimenti, nel senso che i malintesi, i distacchi e le tensioni, non nascono dalle idee e dai pensieri, quanto piuttosto dal modo inadeguato di gestire il passaggio dalle emozioni ai sentimenti, da qui le incomprensioni e l’appesantimento delle relazioni interpersonali.
Affetto, deriva dal latino adfectus, da adficere, cioè ad e facere, che significa “fare qualcosa per”, implica in sé l’attaccamento a qualcuno o qualcosa.
L’affettività è la funzione psichica dei sentimenti ed emozioni negative e positive dell’uomo, come risposta all’ambiente e alle relazioni sociali, familiari e amicali, caratterizzate da intimità e legami di attaccamento.
Gli affetti si dispiegano lungo una serie di atteggiamenti come la tenerezza, l’attaccamento, la devozione, la gratitudine, la bontà, la fiducia, il calore umano, la carità, ecc., inseriti nella situazione relazionale in cui una persona si prende cura di un’altra.
Uno sviluppo dell’affettività corretto è basilare per la maturazione dell’individuo.