PALERMO – Quanto sono disposti a spendere i siciliani per tentare la fortuna? Circa 4 miliardi e mezzo di euro in un anno, stando agli ultimi dati presentati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. La cifra, relativa al 2017 (ultimo anno d’analisi), comprende tutti i tipi di gioco fisico (lotterie, bingo, scommesse sportive, Superenalotto, Winforlife, Eurojackpot, per citare i principali) e lascia fuori, invece, i giochi online per i quali è più complicato riuscire ad avere una precisa diffusione territoriale. Se si riuscisse a farlo, in ogni caso, è possibile ipotizzare che la cifra presentata in apertura si alzerebbe e non di poco.
A livello nazionale, infatti, il totale speso dagli italiani per il gioco, sia fisico che virtuale, è di ben 101,7 miliardi di euro.Tornando al dato siciliano sul giocato fisico, ai fronte dei quasi 4,5 miliardi spesi, le vincite sono quantificabili in circa 3,3 miliardi, per una percentuale di “successi” che si aggira intorno al 74%. IL RAPPORTO CON IL REDDITO DISPONIBILE Se è vero che la cifra spesa non è tra le più alte d’Italia – ci sono Regioni, infatti, che hanno tentato la fortuna investendo molto di più – è il rapporto tra giocato-reddito disponibile ad accendere un campanello d’allarme. Secondo l’Istat, infatti, nel periodo preso come riferimento dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, il reddito medio disponibile pro capite in Sicilia era di 13.286 euro. Si può calcolare, quindi, che in termini percentuali gli isolani abbiano speso nel gioco circa il 6,7% dei soldi a loro disposizione. Per fare un confronto con il resto d’Italia, basti pensare che in Piemonte, per esempio, a fronte di un reddito medio pro capite disponibile decisamente più elevato (20.727), la spesa percentuale si è aggirata intorno al 5%.Il dato risulta ancor più allarmante se si considera che, sempre secondo l’Istituto nazionale di statistica, nella nostra Isola il 41,3% dei cittadini è considerato a rischio povertà e il 20,3% degli abitanti vive in condizioni di grave deprivazione materiale (il che significa, per esempio, non poter sostenere spese impreviste di 800 euro; non potersi permettere una settimana di ferie all’anno lontano da casa; avere arretrati per il mutuo, l’affitto, le bollette o per altri debiti; non potersi permettere un pasto adeguato ogni due giorni, cioè con proteine della carne o del pesce o equivalente vegetariano; non poter riscaldare adeguatamente l’abitazione; non potersi permettere: una lavatrice; un televisore a colori; un telefono; un’automobile). I dati del Piemonte, per tornare al confronto, ci mettono davanti a una realtà ben diversa: i cittadini a rischio povertà sono il 14% mentre la grave deprivazione materiale interessa appena il 9% degli abitanti.Il tutto senza contare, inoltre, che anche la Dea bendata ci ha messo del suo: la percentuale di vincita in Piemonte, infatti, è leggermente più alta rispetto a quella siciliana (76% contro 74%).
Oltre il danno, insomma, la beffa. LA CLASSIFICA DEI COMUNI PIU’ “SPENDACCIONI”… I nove comuni capoluogo siciliani hanno speso complessivamente poco meno di due miliardi di euro. Chi ha giocato le cifre più alte? Se si guarda al dato complessivo, le spese maggiori si sono verificate a Palermo (761.089.295 euro), Catania (437.809.541 euro) e Messina (245.278.398). Il confronto spesa-popolazione, però, ci aiuta ad avere una visione più chiara dei comuni “spendaccioni”. A fronte dei suoi circa 122.230 abitanti, infatti, Siracusa ha giocato ben 175.683.230 euro, per una spesa pro capite che si aggira intorno ai 1.436 euro, scalando la classifica regionale. Seguono sul podio Catania (con una spesa pro capite di 1.391 euro) e Caltanissetta (con una spesa pro capite di euro 1207,21 euro). Fanalino di coda, invece, Enna, dove la spesa procapite registrata è stata di appena 580 euro. …E DI QUELLI PIU’ “FORTUNATI” Quali sono, invece, i capoluoghi baciati dalla fortuna? Al primo posto troviamo Ragusa, con una percentuale di vincita del 78%. Seguono, pari merito al 77%, Siracusa, Trapani e Caltanissetta (dove a quanto pare, si gioca meno ma si è più fortunati). L’amaro titolo di Comune capoluogo più “sfigato” invece, tocca a Enna: 16.276.118 gli euro spesi e 11.253.246 quelli vinti per una percentuale di vincita pari al 69%.