Editoriale

L’ignoranza crassa frena la crescita

Perché i popoli africani, alcuni asiatici e altri dell’America centrale e del Sud sono arretrati economicamente, con una disoccupazione vasta, un livello culturale e professionale basso e in genere con una deficienza di infrastrutture, oltre che di Scuole e Università? Perché quei popoli sono ignoranti, nel senso che sono privi di conoscenza; per cui, non sapendo, non sono in condizione di progredire autonomamente e di mettere in atto tutti i meccanismi necessari per liberarsi dalle grinfie dell’Occidente e dell’Oriente, sfruttatori di materie prime e braccia presenti in quei territori.
Per contro, nelle economie avanzate si sta diffondendo una sorta di cultura e conoscenza verticale, mentre diminuisce sempre più la cultura orizzontale. Qual è la cultura verticale? Quella che consente di operare ottimamente in base a conoscenze di un determinato settore, per esempio quello digitale o informatico. Se, però, a coloro che hanno questo tipo di cultura si pongono domande che escono dal loro settore di competenze, essi/e dimostrano una carenza quasi totale.

Ora, è evidente che bisogna avere una conoscenza profonda del lavoro che si fa, ma non è utile che la conoscenza sia limitata a esso; per cui ognuno dovrebbe sentire il bisogno di allargare ciò che sa a tanti altri campi, appunto, orizzontali, che fanno capire meglio come funzionano le cose, come dovrebbe essere regolata la società cui si appartiene, quali sono i doveri, le regole etiche e via enumerando.
In questo modo si combatte l’ignoranza crassa, che è la nemica della crescita, intesa in tutti i sensi. Perché, sia ben chiaro, un popolo non può crescere economicamente se non cresce anche culturalmente. È proprio la cultura che fa capire il metodo, cioè come si fanno le cose, la loro temporizzazione e la capacità di raggiungere risultati. Non solo risultati economici, ma anche sociali e, perché no, politici.
In questo ambito occorre che si sappia come l’intelligenza e la capacità siano elementi essenziali per risolvere i problemi. Molti hanno l’abitudine di cincischiare, di parlare a vuoto, di perdersi in fiumi di parole, ma pochi/e sono concreti/e e conclusivi/e.
In fondo e in estrema sintesi, si tratta di adottare il vecchio modo di dire poco diffuso: “Fare di più con meno”.

Non vogliatemene se ripeto come un mantra questa frase, ma essa condensa tutto il ragionamento. Un ragionamento che deve essere supportato, come prima si scriveva, da una cultura orizzontale, perché l’approfondita conoscenza di una materia non è sufficiente a far comprendere come essa si collochi in un vasto scenario, che è l’andamento delle cose di questo mondo.
Soprattutto la storia, che non è maestra di vita e anche se si studia con cognizione di causa fa capire come gli eventi in decine di secoli si ripetano quasi monotonamente, perché la verità è che le persone non imparano niente dagli errori compiuti da altri nei secoli precedenti.
Però conoscere gli errori commessi e tentare di non commetterli è un modo positivo di procedere e di vivere. Non si può prescindere da questa conoscenza.

Dunque, l’ignoranza crassa frena la crescita, così i popoli delle aree del mondo prima indicate non ce la fanno a svilupparsi e civilizzarsi secondo il senso più moderno e occidentale della parola. Ecco come e perché dovrebbero intervenire le economie avanzate, non solo quelle occidentali, ma anche quelle orientali come Cina e India, ad aiutarli a crescere rapidamente supportando uno sviluppo sostenibile che tenga conto della tutela dell’ambiente.
Invece, le economie avanzate agiscono spesso come predoni perché sfruttano, ripetiamo, le materie di quei territori poveri per arricchirsi.

Oggi come oggi non sono più importanti il gas o il petrolio, ma il litio, il cadmio, il coltan e così via perché con essi si costruiscono apparecchiature elettriche ed elettroniche di tutti i tipi, comprese quelle necessarie per l’elaborazione dei dati, per i pannelli solari, per i cellulari.
In Cile, per esempio, vi sono deserti di sale dai quali si estrae, appunto, il litio, pratica che sta distruggendo quegli ambienti.
La differenza di tenore di vita fra le popolazioni del mondo aumenta sempre di più, mentre equità vorrebbe che si riducesse in modo sensibile.